Dopo anni di battaglia legale, Apple e Broadcom raggiungono accordo con Caltech che mette fine alle accuse di violazione di brevetti legati ai chip Wi-Fi.

Nel cuore di una delle principali arene legali del settore tecnologico, Apple e Broadcom hanno finalmente trovato una soluzione concordata alla disputa legale che le vedeva opposte al California Institute of Technology (Caltech). La questione, iniziata nel 2016, riguardava l’uso di tecnologia brevettata legata ai chip Wi-Fi nei prodotti di punta di Apple, provenienti direttamente dai laboratori di produzione di Broadcom.

Le acque tumultuose tra le società e l’istituto accademico erano alimentate da brevetti fondamentali, specificamente quelli concessi tra il 2006 e il 2012, legati ai codici IRA/LDPC. Questa tecnologia chiave, utilizzata nei chip Wi-Fi, fa uso di circuiti di codifica e decodifica semplificati che significativamente elevano le velocità e le prestazioni della trasmissione dati. Elementi di questa tecnologia sono implementati negli standard Wi-Fi 802.11n e 802.11ac, trovando la loro strada in diversi dispositivi Apple, inclusi iPhone, iPad, Mac e altri.

In uno scenario precedentemente sfavorevole per Apple e Broadcom, la corte d’appello degli Stati Uniti nel 2020 aveva deliberato contro le due società, stabilendo una multa sostanziale di 838 milioni di dollari per Apple e 270,2 milioni di dollari per Broadcom. Le cifre sono state calcolate basandosi su un ipotetico accordo di licenza tra le due società e Caltech, che avrebbe visto pagamenti per dispositivo di 1,40 dollari e 0,26 centesimi rispettivamente.

Apple aveva reagito con veemenza alla sentenza, puntando il dito verso Broadcom, indicando che utilizzava chip Wi-Fi tradizionali del produttore e negando qualsiasi responsabilità nello sviluppo delle tecnologie di codifica e decodifica in questione.

Il cammino verso l’accordo è stato tutt’altro che lineare. Dopo un ricorso respinto e una sentenza annullata l’anno scorso a seguito di ulteriori appelli, la prospettiva di un nuovo processo per quantificare di nuovo i danni sembrava imminente. Tuttavia, con un rinvio a tempo indeterminato annunciato un mese prima della data prevista del processo a giugno, le acque si sono calmate e l’attenzione si è spostata verso possibili negoziati.

L’accordo, di cui i dettagli non sono stati resi pubblici, segna un capitolo significativo nella sempre più complessa narrazione delle dispute sui brevetti tecnologici. Caltech ha ritirato la causa “con pregiudizio”, bloccando il percorso per ulteriori ricorsi legali in futuro da parte di Apple e Broadcom.

Tuttavia, con il Caltech che ha recentemente risolto una causa parallela contro Samsung e avviato procedimenti legali contro altri giganti tecnologici come Microsoft, Dell e HP, la questione solleva una bandiera rossa riguardante le interazioni tra le istituzioni accademiche e le aziende tecnologiche e il delicato equilibrio della proprietà intellettuale nel tumultuoso mare dell’innovazione tecnologica.

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