Un hacker ha portato Windows 11 su una macchina con solo 176 MB di RAM, sfidando i limiti di sistema stabiliti da Microsoft e dando una nuova definizione di “operatività”.

La comunità degli hacker è da sempre il luogo di sperimentazioni e sfide al limite. Un recente esempio di questa cultura è venuto da uno sviluppatore noto come NTDev che, contro ogni aspettativa, è riuscito a eseguire Windows 11 su una macchina con soli 176 MB di RAM. Il risultato, presentato in un video pubblicato lunedì 10 luglio, ha letteralmente messo alla prova il sistema operativo di Microsoft, la cui raccomandazione ufficiale è di 8 GB di RAM.

Per riuscire nell’impresa, NTDev ha dovuto ridurre il sistema operativo all’essenziale, disabilitando numerose funzioni per permettere al software di avviarsi ed eseguire le applicazioni cruciali. Un’operazione che ha richiesto notevole inventiva e una profonda conoscenza delle dinamiche sottostanti a Windows 11.

Un elemento significativo della modifica riguarda l’interfaccia utente standard del sistema operativo. NTDev ha bloccato l’avvio automatico del processo “explorer.exe”, che normalmente consente la ricerca e la gestione delle applicazioni sulla barra delle applicazioni, sul menu di avvio, su Esplora file e sul desktop. Conseguenza di questa manovra è la necessità di eseguire tutti i comandi di esecuzione delle applicazioni attraverso il Prompt dei comandi. Ad esempio, per aprire il Blocco note, bisogna digitare “notepad”, mentre “taskmgr” permette l’apertura del task manager.

Il taglio “explorer.exe” si è rivelato una mossa azzeccata per eseguire Windows 11 su una macchina con solo 176 MB di RAM. La piattaforma risulta decisamente più reattiva rispetto a una recente versione di tiny11 che, seppur funzionante su una macchina con soli 200 MB di RAM, mantiene attiva l’interfaccia standard.

Oltre a ciò, l’hacker ha eliminato tutti i driver e servizi non essenziali per l’avvio di Windows. Come ha affermato NTDev, ogni dettaglio è stato preso in considerazione, incluso l’interfaccia dell’unità disco utilizzata.

È bene ricordare che questo non è il primo exploit di NTDev riguardante Windows. Lo stesso sviluppatore è già riuscito a far avviare Windows XP su una macchina dotata di una CPU Intel Pentium di appena 1 MHz rilasciata nel 1993. Un esperimento che ha visto il sistema operativo impiegare più di tre ore per raggiungere la schermata di avvio.

L’exploit di NTDev non è solo un esercizio tecnico o una prova di abilità. È un esempio di come la continua innovazione e sperimentazione possano spingere i limiti di ciò che riteniamo possibile, anche quando si tratta di piattaforme consolidate come Windows 11.

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