Microsoft mostra sempre più segni di abbandono del sistema operativo Windows 10 a favore del suo successore. Dopo la fine della commercializzazione del vecchio OS annunciata ieri, l’azienda di Redmond indica oggi che quest’ultimo non riceverà più aggiornamenti opzionali per le sue versioni 20H2 e 21H2 a partire dal prossimo marzo.

Se siete ancora su Windows 10, dovrete iniziare a pensare seriamente all’aggiornamento a Windows 11. Infatti, se finora Microsoft è stata indulgente nei confronti dei (molti) utenti che non hanno l’hardware necessario per installare l’ultima versione del sistema operativo, all’inizio del 2023 la sua pazienza ha evidentemente raggiunto i suoi limiti.

Ieri l’azienda di Redmond ha annunciato che smetterà di vendere Windows 10 il 31 gennaio. E non intende fermarsi qui. In concomitanza con la presentazione dell’ultimo aggiornamento per Windows, Microsoft ha pubblicato sul suo sito web ufficiale un messaggio che la dice lunga sulle sue intenzioni. Infatti, tra soli due mesi, Windows 10 non riceverà più alcuni aggiornamenti, che saranno riservati solamente al suo successore.

Wiindows 10 sta lentamente iniziando a dire addio

“Dopo marzo 2023, non ci saranno più aggiornamenti opzionali non di sicurezza per le edizioni supportate di Windows 10 versione 20H2 e 21H2. Solo gli aggiornamenti di sicurezza cumulativi mensili (noti come release “B” o Update Tuesdays) continueranno per queste versioni. Windows 10, versione 22H2, continuerà a ricevere rilasci di sicurezza e opzionali”.

Ricordiamo che Microsoft cesserà definitivamente il supporto per la versione Windows 10 20H2 il 9 maggio 2023. La versione 21H2 seguirà un po’ più tardi, il 13 giugno per le versioni Home e Pro. Le versioni Enterprise saranno supportate fino all’11 giugno 2024. Per Microsoft, il 2023 sarà quindi l’anno della grande pulizia. L’addio è già iniziato, con la fine ufficiale di Windows 7 pochi giorni fa e i preparativi per il futuro Windows 12.

Articolo precedenteTikTok rischia di essere bannata dall’UE se non si adegua
Articolo successivoUnicode 15.1 renderà le emoji più inclusive