La Commissione Europea ha presentato ieri il suo testo sul “Diritto alla riparazione”. La legge, che mira a proteggere meglio i consumatori e l’ambiente, dovrebbe essere oggetto di molti mesi di negoziati.

La Commissione Europea ha presentato ieri il testo del nuovo “Diritto alla riparazione”. L’obiettivo è, da un lato, consentire ai cittadini europei di risparmiare e, dall’altro, incoraggiare il riciclaggio e la riparazione, per ridurre al minimo la produzione di rifiuti elettronici, sempre più numerosi. Se il testo verrà adottato, i brand dovranno cercare di riparare un articolo difettoso acquistato di recente piuttosto che sostituirlo con uno nuovo. Secondo la Commissione, lo smaltimento prematuro dei prodotti riparabili contribuisce ogni anno a 30 milioni di tonnellate di rifiuti e a 261 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra.

Questa proposta rafforza il piano d’azione per l’economia circolare avviato dalla commissione Van der Leyen nel 2019, che mira a creare “un’economia sostenibile, a basse emissioni di carbonio, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva”. Il dossier è un vero e proprio incubo per i diritti dei consumatori. Eppure la stragrande maggioranza degli europei è favorevole a questa misura.

Per favorire l’economia circolare, i produttori devono incentivare la riparazione dei prodotti

Il testo deve essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio, ma è una pietra miliare del Patto Verde per l’Europa. Se il diritto alla riparazione esiste già per molti dispositivi elettronici, non si applica ancora al mondo degli smartphone, che tuttavia inquinano enormemente. Vengono in mente altri esempi, come le batterie Tesla, impossibili da riparare.

Il testo della Commissione Europea propone di introdurre la riparazione sistematica, purché sia più economica della sostituzione. Allo stesso modo, tutti i prodotti dovrebbero essere riparabili anche dopo la scadenza della garanzia. Come si può notare, la proposta di legge lascia già spazio all’interpretazione: chi valuterà il costo di una riparazione e in base a quali criteri? Se il testo verrà adottato, la palla passerà ai produttori: saranno disposti a giocare la partita della riparabilità?

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