Snapchat è stata accusata e citata in giudizio da diversi genitori negli Stati uniti per aver favorito l’acquisto di droga. 

Gli Stati Uniti sono nel mezzo di una grave crisi che coinvolge l’oppioide sintetico Fentanyl. Il problema risale agli inizi degli anni ’90 ma l’avvento dei social network sembra aver facilitato l’accesso alle droghe. Almeno questo è quanto sostiene un gruppo di genitori che ha fatto causa a Snapchat e alla sua società madre SNAP. I querelanti sostengono che i loro figli hanno potuto acquistare droga con troppa facilità attraverso l’app di condivisione di foto e video.

Amy Neville, cittadina statunitense il cui figlio quattordicenne è morto per overdose di fentanil, ha dichiarato: “I ragazzi sono morti a causa di app come Snapchat. Hanno messo questi prodotti pericolosi a disposizione dei nostri bambini“. Secondo i genitori che hanno fatto causa alla società, Snapchat ha “lasciato l’app nelle mani degli spacciatori”.

Snapchat offre strumenti per dare ai genitori una maggiore visibilità su come i loro figli utilizzano l’applicazione di social networking. Questo non sembra essere sufficiente per alcuni genitori. Ricordiamo che Snapchat dà la possibilità ai genitori di monitorare tramite il Family Center dell’app a chi i loro figli (con meno di 18 anni) hanno inviato messaggi negli ultimi sette giorni, ma non possono leggere i messaggi.

Se Snapchat sia effettivamente responsabile o meno, spetta ai tribunali stabilirlo. Certo è che come vediamo ogni giorno di più, le aziende tecnologiche hanno difficoltà a moderare e controllare i contenuti che pubblicano. L’aspetto relativo alla tutela dei minori poi è ulteriormente complesso e delicato ed è spesso oggetto di discussione. Evan Spiegel, CEO di Snap, aveva sottolineato qualche tempo fa che la regolamentazione dei social network non sostituirà la responsabilità morale degli utenti e dei loro genitori.

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Carolina Napolano
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