Buona la terza, è il caso di dirlo. La saga di Watch Dogs mi ha appassionato sin dall’esordio e, nonostante le piccole pecche viste sul primo capitolo con protagonista Aiden Pearce, poi migliorate decisamente con il secondo titolo della serie con protagonista Marcus Holloway, il gioco in se mi ha sempre lasciato particolarmente entusiasta nell’affrontare le missioni.

Watch Dogs: Legion raggiunge quella maturità videoludica che attendevamo dalla saga, e che avrebbe dovuto avere sin dal principio.

Apre le porte ad un mondo, quello degli hacker e del dark web, davvero poco conosciuto per la maggior parte delle utenze.

Trama: Play as anyone

Il concetto di open world espresso in Watch Dogs: Legion è enorme. Con i nostri smartphone possiamo controllare una città intera ed esserne sostanzialmente l’anima occulta, raccontando vicende nascoste, trafugando dati segreti e smascherando complotti nascosti.

Disponibile per old gen e next gen è un titolo di assoluto pregio e divertimento estremo, che offre al videogiocatore diverse sfaccettature nell’affrontare le missione e attività di puro intrattenimento spensierato.

Anche stavolta vestiamo i panni del DedSec, l’ormai noto collettivo di hacker che combatte per la libertà in questa avventura ambientata a Londra, dopo le ambientazioni di Chicago e San Francisco del 1° e 2° capitolo.

“Ci sono voluti 12.000 anni per costruire Londra, e una sola notte per distruggerla”. L’inizio di Watch Dogs: Legion è da film. Bagley, l’assistente vocale che ci accompagna per tutta l’avventura, presenta Londra in una carrellata serrata tipica delle pellicole d’azione: Londra è sotto lo scacco matto di Albion, una compagnia mercenaria di stampo fascista guidata da un aspirante despota, Nigel Cass, che ha svuotato la capitale inglese da ogni potere. Ha sciolto le camere, il primo ministro è misteriosamente sparito, l’MI6 è stato sostituito dal SIRS che, di fatto, sfrutta ctOS per controllare le vite dei cittadini e la polizia semina il terrore per le strade. Contemporaneamente, il clan malavitoso Kelley detta legge in alcuni quartieri e il collasso sociale è prossimo.

L’unica speranza per la capitale inglese è proprio il DedSec, che però in seguito alla splendida missione introduttiva, che omaggia 007 facendoci interpretare l’elegante spia Dalton Wolfe, l’organizzazione ribelle viene incastrata da una nuova minaccia che emerge dal dark web, ovvero Zero-Day, che fa ricadere su DedSec la responsabilità di una serie di esplosioni in giro per la città e attraverso il suo non-volto profetico e glitchato, annuncia che ben presto l’intera città sarà resettata.

Il collettivo DedSec è allo sbando e bisogna ricostruire da capo l’organizzazione per riacquistare la fama perduta e riportare Londra alla normalità.

Gameplay

Con queste premesse si sviluppa la vera novità del gioco, ovvero la possibilità di impersonare chiunque abiti a Londra, purché ovviamente sia un simpatizzante del DedSec. Avremo la possibilità di affrontare le missioni principali con il migliore degli approcci in base alle capacità e caratteristiche del personaggio selezionato, insieme ad una nutrita vastità di gadget letali e non, da equipaggiare a ciascun personaggio.

Sebbene l’enorme elenco di personaggi a disposizione possa essere infinito e si lascia la scelta al giocatore su chi utilizzare, salvo rare missioni, personalmente mi sono ritrovato durante tutta la campagna ad utilizzare al massimo due personaggi principali, nello specifico un hacker abile coi droni (che si sono rilevati fondamentali in molteplici missioni) e un agente segreto dotato di una fantastica automobile multi-gadget, molto simile all’ Aston Martin DB5 vista nei film storici di 007 interpretati da Sean Connery, alla quale sono molto affezionato.

Watch Dogs: Legion è completamente in italiano, ma per attivare il doppiaggio nella nostra lingua bisogna effettuare un download aggiuntivo una volta avviato il gioco. Ho trovato il doppiaggio in italiano eccellente e anche se a detta di molti appiattisce non poco l’esperienza acustica, voglio continuare la mia battaglia del doppiaggio nella nostra lingua, che aiuta non poco a godersi facilmente ogni gioco, senza perdere inutile tempo nella lettura di microscopici sottotitoli.

Il reclutamento fa parte della routine di gioco, ma mai in maniera forzata e, anzi, man mano che l’avventura prosegue, ci saranno adesioni spontanee alla causa e liberando alcuni quartieri, sarà possibile accogliere dei nuovi agenti abili nelle schiere di DedSec.

Possiamo affrontare tutta la campagna principale o passare qualche piacevole minuto di svago girando liberamente per una Londra affascinante, completando qualche incarico minore oppure semplicemente divertendosi con il gioco delle freccette o con i palleggi acrobatici al parco.

La ripetitività ovviamente non manca e alcune location saranno il medesimo scenario per diverse missioni, magari slegate tra di loro, il tutto però senza mai risultare noioso.

Il gioco lascia la libertà di scelta al giocatore in tante occasioni e ogni missione potrà essere affrontata in maniera stealth o più d’azione: l’utilizzo però dell’ambiente di gioco con hackeraggi di vari componenti o addirittura degli stessi droni nemici, risulta fondamentale per assaporare a pieno il gioco.

Al giocatore è lasciata libera facoltà di decidere il destino di ogni membro: attivando il permadeath, il personaggio interpretato, anziché essere arrestato, potrà morire davvero e non sarà più disponibile per altre missioni; alla fine del gioco, sui titoli di coda, le prime persone a essere ringraziate saranno loro, gli agenti caduti in battaglia.  

Watch Dogs: Legion dà al giocatore le chiavi di Londra e dei suoi abitanti e, per certi versi, gli affida una responsabilità importante. Si può mandare tutto in malora, giocando in maniera sconsiderata, o si può interpretare una causa, utilizzando gli strumenti in modo intelligente, giocando di ruolo. Non ci sono conseguenze dal punto di vista narrativo, perché la storia, pur presentando due bivi abbastanza importanti, non viene intaccata dalle nostre azioni, eppure ce ne sono in termini di tessuto sociale.

Fare i pazzi scriteriati renderà le persone meno predisposte a entrare a far parte di DedSec, perché aprire il fuoco in pieno pubblico terrorizzerà alcuni personaggi, che a loro volta parleranno male del collettivo ai loro familiari più prossimi, e dunque per convincerli a entrare a far parte della ribellione, nel caso in cui volessimo, dovremmo completare missioni più complicate. Oppure, banalmente, quando saremo braccati da Albion invece di aiutarci tiferanno per gli oppressori. Anche qui, si tratta di sfumature e sta alla coscienza del giocatore la scelta di come viversi Londra, ma la sensazione di essere collegati al tessuto sociale più intimo della città è sorprendente, e nel suo piccolo, funziona.

Uno degli aspetti più intriganti di Watch Dogs: Legion è l’eleganza con cui ridefinisce alcune meccaniche di genere come l’orribile abitudine, creata proprio da Ubisoft, degli avamposti da liberare. In questo senso, per quanto il senso dell’avventura è proprio insorgere per riconquistare la libertà, il domino degli otto quartieri di Londra va effettivamente riscattato. In pratica, in ogni area sono disponibili alcune attività, sotto forma di missioni secondarie, legate più o meno alla storia e all’identità del quartiere. Si tratta generalmente di quest molto leggere, abbastanza di routine, totalmente integrate nel flusso di gioco. La magia arriva, però, alla fine: ogni quartiere ha una missione di liberazione pensata sulla storia, l’identità e le strutture del luogo. Si va dalla ruota panoramica di Lambeth al Big Ben di Westminster, passando per le industrie di Southwark.

Il modello di guida del gioco è sorprendente in senso positivo. I veicoli, pensati sulla falsariga di quelli reali con un occhio per la mobilità autonoma, hanno un’identità e una guidabilità ben definita.

I viaggi rapidi tramite metropolitana, grazie al fattore next gen, sono disarmanti per la rapidità di risposta.

Conclusioni

Watch Dogs: Legion è un’avventura divertente e godibile, che offre almeno 40/50 ore di intrattenimento purissimo e garantisce tantissime possibilità al giocatore di affrontare ogni evento. Hackerare qualsiasi cosa è effettivamente utile a risolvere le missioni in maniera creativa, così come la presenza di personaggi dai tratti così diversi, offre approcci di gameplay vari e stimolanti. Sbloccare collezionabili, abiti e oggetti per aumentare l’arsenale a nostra disposizione, non è fondamentale, ma è piacevole da svolgere. Resta quindi il capitolo della saga maggiormente riuscito e finalmente un gioco all’avanguardia e mai banale, nella speranza che possa essere il punto d’inizio di una proficua saga videoludica.

Essendo un titolo cross-gen, sulle nuove console graficamente perde un pochino su alcune texture, ma resta comunque pienamente godibile e affascinante.

Ci sono tuttavia alcuni piccoli aspetti che non mi sono piaciuti, come ad esempio il fatto che gli interni dei negozi di vestiti non esistano e ci si cambi per strada, oppure il fatto che alcuni dialoghi e frasi durante il gameplay siano spesso ripetute quasi alla nausea, così come l’utilizzo di un linguaggio scurrile fin troppo ripetuto, tanto da diventare fastidioso.

Su Xbox Serie X ho notato un grave problema: ogni volta che mettevo in pausa il gioco e spegnevo la console in modalità riposo, al successivo avvio, il gioco si bloccava e dovevo ricaricare nuovamente dall’ultimo salvataggio.

Resta comunque un gioco che consiglio davvero a tutti.

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8.3 / 10 Voto Finale
TRAMA9
GAMEPLAY9
AUDIO9
GRAFICA8
LONGEVITÀ8.5
DIFFICOLTÀ6
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Marco Cereseto
Sono stato “folgorato” dai prodotti Apple nel 2010 con iPhone 3GS, anche se il primo vero prodotto fu iPod nano. Poi da lì ho iniziato ad appassionarmi sempre di più ai prodotti e alla filosofia di Cupertino, fino a diventare esperto di ogni trucco e segreto.