Il telescopio spaziale James Webb ci ha regalato un’altra immagine straordinaria e rivelatrice nel giro di pochi giorni. Gli scienziati che utilizzano l’osservatorio hanno scoperto un nodo di almeno tre galassie che si stavano formando intorno a un quasar 11,5 miliardi di anni fa, poco più di 2 miliardi di anni dopo il Big Bang. Lo spettrografo nel vicino infrarosso del telescopio ha mostrato non solo che le galassie orbitavano l’una intorno all’altra ad alta velocità, fino a 435 miglia al secondo, ma anche che questa è una delle aree più dense conosciute di formazione delle prime galassie. La densità è insolitamente alta, tanto che il ricercatore principale Dominika Wylezalek ha suggerito che potrebbero esserci addirittura due “aloni” di materia oscura che si fondono in quest’area.

Anche il quasar, SDSS J165202.64+172852.3, è insolito. È un esemplare molto rosso che non emette un’ampia varietà di luce. I quasar fungono da nuclei galattici attivi e sono alimentati dal gas che precipita in un buco nero supermassiccio al centro delle loro galassie.

Le immagini sottolineano anche la forza dei sensori del telescopio Webb. Studi precedenti, condotti con i telescopi Hubble e Gemini-North, avevano individuato i flussi del quasar, ma non avevano rivelato più di una galassia ospite.

Sono necessari sicuramente ulteriori studi per determinare come gli ammassi di galassie come questo si formino, tuttavia, le scoperte di Webb promettono già di migliorare la comprensione su come si è formata l’attuale rete di galassie, per non parlare di come i quasar potrebbero soffocare la formazione stellare attraverso i loro flussi.

Questo è solo l’inizio delle scoperte di quasar basate su Webb ed è anche la prima parte di una trilogia di studi che utilizzeranno Webb per analizzare i quasar in più punti della storia dell’universo, il che potrebbe fare molta più luce sull’evoluzione cosmica.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.