Mentre la tensione si fa sentire oltre i confini, Google e Telegram si trovano al centro di un dilemma tra libertà di espressione e sicurezza.

La tensione tra Israele e Hamas ha sempre avuto un forte impatto non solo sulla geopolitica ma anche sul digitale. Di recente, il conflitto ha raggiunto nuovi livelli, con una serie di notizie false diffuse su internet, provocando eventi tragici come la morte di un bambino di soli 6 anni.

In uno sviluppo recente, la CNBC ha rivelato che Google ha esercitato pressioni su Telegram affinché bloccasse due canali associati a Hamas nella sua versione Android dell’app. Gli utenti che hanno tentato di accedere ai canali “hamas_com” e “al-Qassam brigades” hanno ricevuto un messaggio di errore: “Non disponibile. Purtroppo questo canale non può essere visualizzato sulle versioni di Telegram scaricate tramite il Google Play Store”.

La mossa di Google ha una base giuridica e morale. Un portavoce di Google ha infatti confermato che tali canali violano le regole di Google che proibiscono contenuti che promuovono violenza, terrorismo e “organizzazioni e movimenti pericolosi” nelle loro app. Questo significa che l’interdizione è applicabile solo alle versioni di Telegram scaricate dal Google Play Store, lasciando la versione del sito ufficiale di Telegram indenne da tali restrizioni.

Tuttavia, la decisione di Google non è stata accolta con entusiasmo da tutti. Pavel Durov, il CEO di Telegram, ha sottolineato l’importanza di una riflessione equilibrata quando si tratta di bloccare canali. Ha citato un recente incidente in cui Hamas ha utilizzato Telegram per avvisare i civili di un imminente attacco missilistico, mettendo in discussione se il blocco di tali canali avrebbe potuto mettere in pericolo altre vite. Ha anche enfatizzato che i canali di Telegram non promuovono attivamente contenuti a utenti non iscritti, ma forniscono una fonte preziosa di informazione per professionisti come ricercatori e giornalisti.

Tuttavia, organizzazioni come Human Rights Watch hanno espresso preoccupazioni sul fatto che uno dei canali bloccati sia stato utilizzato per diffondere video degli attacchi di Hamas, estendendo così la loro influenza al di fuori dell’app stessa.

In questo scenario, Telegram non è il primo social network a prendere provvedimenti contro Hamas. Sia Meta che X (ex Twitter) hanno già intrapreso azioni simili, limitando la portata di Hamas e bloccando gli account associati al gruppo palestinese.

Articolo precedenteGoogle File integrerà il pulsante di modifica di Google Foto
Articolo successivoX (ex Twitter) lancia le chiamate vocali e video per gli utenti Premium
Team CEOTECH
La tecnologia dovrebbe arricchire la vita delle persone oltre a tutelare il pianeta.