La causa intentata dal Comitato nazionale repubblicano (RNC) contro Google per i filtri antispam di Gmail è stata respinta da un giudice federale.

Il Comitato nazionale repubblicano (RNC) ha intentato l’anno scorso una causa contro Google accusandolo di parzialità politica per i filtri antispam di Gmail. Un giudice federale ha però ora respinto la causa dichiarando che l’RNC non ha “sufficientemente dimostrato che Google ha agito in malafede” filtrando le e-mail della campagna elettorale, ed inoltre osservando che Google è protetta dalla Sezione 230 della legge statunitense.

Secondo la causa, Google avrebbe intenzionalmente contrassegnato una gran quantità di e-mail del RNC come spam, causando la perdita delle donazioni e spingendo il comitato a chiedere un rimborso. Come prova veniva citato uno studio secondo il quale Gmail aveva più probabilità di Yahoo e di altri sistemi di posta elettronica di contrassegnare le e-mail repubblicane come spam, ma secondo il giudice della Corte distrettuale degli Stati Uniti Daniel Calabretta l’RNC “non è riuscito a sostenere in modo plausibile” che il filtraggio dello spam da parte di Google è stato fatto in malafede. Ciò ha portato a definire la causa un “caso chiuso”.

Google da parte sua ha affermato che le e-mail in questione sono state probabilmente segnalate come spam a causa delle lamentele degli utenti e ha citato i problemi di autenticazione del dominio RNC e i frequenti invii di posta elettronica come altri potenziali problemi.

Come accennato, la corte ha anche sottolineato il fatto che Google sia coperta dalla Sezione 230, che fornisce l’immunità alle piattaforme online dalla responsabilità civile basata su contenuti di terzi. Il giudice ha però aggiunto che il comitato nazionale repubblicano può modificare la causa per stabilire che la società aveva agito con “mancanza di buona fede”. Il comitato ha dichiarato che intende seguire questa strada. Il caso non è dunque del tutto chiuso.

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Carolina Napolano
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