Scoperto il “Santo Graal” dell’energia verde? I ricercatori hanno annunciato una straordinaria scoperta nel campo della fusione nucleare.

Un team di ricercatori in California ha annunciato di essere riuscito, per la prima volta, a ottenere un guadagno netto di energia da una reazione di fusione nucleare.

Se si riuscisse a padroneggiare questa reazione, che avviene in stelle come il Sole nel nostro sistema solare, si potrebbero ottenere quantità illimitate di energia verde. Finora, negli esperimenti di fusione nucleare si è consumata più energia di quanta se ne sia ottenuta.

L’annuncio del successo dei ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory è stato dato da Jennifer Granholm, segretario all’energia degli Stati Uniti. Secondo lei, questo risultato entrerà nei libri di storia.

La fusione nucleare permetterà all’umanità di abbandonare i combustibili fossili, che contribuiscono in modo massiccio ai problemi climatici del nostro pianeta. Inoltre, il petrolio e il gas sono oggi utilizzati come “armi” nelle dispute geopolitiche da regimi come quelli della Russia e dell’Arabia Saudita.

La fusione nucleare avviene a temperature e pressioni così elevate che è molto difficile da controllare. I ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory hanno dichiarato di essere riusciti a raggiungere per breve tempo temperature di 3 milioni di gradi Celsius, simulando le condizioni di una stella.

La fusione nucleare è il processo attraverso il quale due nuclei atomici leggeri di idrogeno si combinano per formare un nuovo nucleo più pesante di elio. Nel processo viene rilasciata energia. A differenza di altre reazioni nucleari, la fusione non genera radiazioni pericolose e non è inquinante.

I risultati ottenuti dai ricercatori statunitensi sono impressionanti, ma Riccardo Betti, professore di fisica all’Università di Rochester, sostiene che ci vorrà ancora molto tempo prima di avere centrali elettriche che producano energia attraverso la fusione nucleare. Ha paragonato il processo alla scoperta della benzina nel XIX secolo. Secondo Betti, all’epoca non esistevano motori a combustione interna o pneumatici per sfruttare il carburante.

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