Apple ha fornito delle spiegazioni sulla decisione di abbandonare la funzione per scansionare le foto in iCloud per combattere gli abusi sui minori.

Apple raramente si sbilancia con dichiarazioni o fornisce motivazioni dettagliate sulle sue scelte, ma ora ha deciso di dare maggiori dettagli sulla decisione di abbandonare la funzione per scansionare le foto in iCloud per combattere gli abusi sui minori. Ciò è avvenuto in risposta alle domande del gruppo Heat Initiative, che ha preso posizione contro la decisione dell’azienda di interrompere l’uso della funzione.

Erik Neuenschwander, direttore della privacy degli utenti e della sicurezza dei bambini di Apple, ha fornito delle spiegazioni. “Il materiale pedopornografico è esecrabile e ci impegniamo a spezzare la catena di coercizione e influenza che rende i bambini suscettibili a questo fenomeno”, ha detto. Ha però spiegato che la scansione dei dati iCloud archiviati privatamente potrebbe creare nuovi vettori di minaccia che potrebbero essere sfruttati dai malintenzionati. “La scansione di un tipo di contenuto potrebbe aprire la porta a una sorveglianza di massa e potrebbe creare il desiderio di cercare altri sistemi di messaggistica crittografata per vari tipi di contenuti.”

Il dirigente ha dichiarato che non sarebbe possibile attuare questo tipo di azione senza mettere a rischio la sicurezza e la privacy degli utenti dei prodotti Apple, come emerso anche dal confronto con esperti del settore. Come accennato, la dichiarazione è avvenuta in risposta alle richieste di Sarah Gardner, leader del gruppo Heat Initiative, che ha chiesto spiegazioni sull’abbandono del programma di identificazione CSAM e ha chiesto di intervenire maggiormente sull’argomento.

Sarah Gardner ha affermato che gli abusi sui minori sono un argomento di cui non si parla spesso e che finisce per essere dimenticato e che il suo compito è anche quello di assicurarsi che ciò non accada.

Per quanto riguarda Apple, il suo obiettivo è quello di indirizzare direttamente le vittime alle forze dell’ordine piuttosto che porsi come intermediario.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.