Rivelazioni dal processo contro il presunto monopolio di Google svelano incontri tra Apple e il noto motore di ricerca orientato alla privacy, DuckDuckGo.

Nel panorama attuale dei motori di ricerca, il nome Google domina indiscutibilmente. Tuttavia, uno scenario diverso avrebbe potuto prendere forma se una decisione, presa da Apple nel 2018, fosse stata portata avanti. Stiamo parlando dell’intenzione di Apple di collaborare con DuckDuckGo, un motore di ricerca che fa della privacy uno dei suoi punti di forza principali.

Da un rapporto trapelato in seguito alla causa contro Google per il suo presunto monopolio sul mercato della ricerca, emerge che Apple aveva effettivamente preso in considerazione l’idea di sostituire Google con DuckDuckGo, almeno per quanto riguarda la modalità di navigazione privata del suo browser, Safari. Secondo Gabriel Weinberg, amministratore delegato di DuckDuckGo, vi furono più di 20 incontri con i rappresentanti di Apple per discutere questa possibilità.

Tuttavia, la marea cambiò con l’arrivo di John Giannandrea come responsabile della ricerca all’interno di Apple. Un particolare ha destato preoccupazione nel quadro di questa possibile collaborazione: il fatto che DuckDuckGo si appoggi a Bing per fornire i risultati di ricerca. Di conseguenza, Giannandrea aveva l’impressione che alcune informazioni degli utenti potessero essere involontariamente condivise con Microsoft, mettendo potenzialmente a rischio la loro privacy.

Le preoccupazioni si sono intensificate al punto che, nel 2019, Giannandrea ha esplicitamente comunicato ai suoi colleghi attraverso una e-mail che riteneva fosse una “cattiva idea” cambiare il motore di ricerca predefinito in Safari, anche in modalità privata. Questo nonostante Apple avesse svolto un’analisi dettagliata, o “due diligence”, su DuckDuckGo prima di prendere in considerazione l’idea di implementarlo come motore di ricerca predefinito.

Mentre Apple non ha ancora rilasciato commenti ufficiali sulla questione, gli analisti hanno già iniziato a esaminare le implicazioni di questa rivelazione. L’ombra del presunto monopolio di Google è stata nuovamente proiettata sul palcoscenico, in particolare considerando l’accordo commerciale tra Apple e l’azienda di Mountain View.

Allo stesso tempo, emerge un altro dettaglio intrigante: Microsoft ha precedentemente tentato di vendere Bing ad Apple. Questa mossa, se realizzata, avrebbe potuto ribaltare l’equilibrio dei motori di ricerca nel settore. E ora, con il possibile verdetto della corte, alcuni ritengono che Apple potrebbe essere spinta a sviluppare un proprio motore di ricerca, prendendo le distanze sia da Google che da Bing.

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