Dopo Meta e X, TikTok e YouTube si impegnano attivamente per arginare la diffusione di fake news sulle piattaforme in seguito al conflitto tra Israele e Hamas.

In risposta al crescente problema della fake news e dei contenuti violenti che circolano online, TikTok diventa la più recente società di social media a delineare le sue iniziative. Seguendo le mosse di Meta e X (ex Twitter), la popolare piattaforma di video ha presentato una serie di azioni dettagliate per affrontare queste criticità.

Attraverso un post sul suo blog ufficiale, l’azienda ha annunciato la creazione di un centro di comando. Questo nucleo speciale riunisce ben 40.000 professionisti della sicurezza provenienti da tutto il mondo, formando un conglomerato di competenze mirate a rispondere con prontezza alla crisi in rapido cambiamento legata alla diffusione di contenuti fuorvianti.

TikTok, consapevole della complessità linguistica della regione interessata, ha sottolineato l’assunzione di moderatori che parlano sia arabo che ebraico. Inoltre, per proteggere sia gli utenti che i moderatori da contenuti disturbanti, la piattaforma ha rafforzato i suoi sistemi di rilevamento automatico e ha ampliato l’assistenza sanitaria per coloro che devono visionare materiali potenzialmente traumatici. Quest’ultimo passo è particolarmente rilevante in quanto, solo nel 2021, un moderatore ha intentato una causa contro TikTok per aver subito un trauma mentale dovuto alla visione di video estremamente violenti.

Alcune delle nuove iniziative di TikTok includono:

  • Schermate di opt-in per immagini grafiche mantenute per motivi di interesse pubblico
  • Restrizioni più severe sui contenuti Live per limitare ulteriormente la disinformazione
  • Rimozione dei video manipolati che potrebbero risultare fuorvianti

Dal 7 al 15 ottobre, TikTok ha già preso misure decise rimuovendo circa 500.000 video e interrompendo 8.000 livestream legati al conflitto tra Israele e Hamas. Nel prossimo futuro, vedremo avvisi specifici di disinformazione in tre lingue (inglese, ebraico e arabo) quando gli utenti cercheranno determinate parole chiave.

Nel frattempo, la Commissione europea non è rimasta in silenzio. Con il Digital Services Act (DSA) recentemente introdotto, piattaforme come YouTube sono sotto esame per garantire che la moderazione dei contenuti avvenga in conformità con le nuove linee guida. Thierry Breton ha inviato una lettera a Sundar Pichai e Neal Mohan, leader di Google e YouTube rispettivamente, evidenziando la responsabilità delle aziende di proteggere i giovani da contenuti violenti, rimuovere tempestivamente i contenuti segnalati e combattere attivamente la disinformazione.

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Carolina Napolano
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