Dopo le critiche sul Pixel 7, Google torna alla carica con Pixel 8: il nuovo Face Unlock non solo garantisce l’accesso al dispositivo, ma anche una sicurezza ottimizzata per i pagamenti e l’accesso a servizi terzi.

Google Pixel 7 aveva generato scontento tra la sua utenza proprio per la mancanza di una funzione ora diventata quasi imprescindibile nell’era digitale: l’autenticazione facciale per i pagamenti e servizi bancari. Mentre la concorrenza sul mercato già vantava questa caratteristica, i detentori del Pixel 7 potevano sfruttare il riconoscimento facciale soltanto per lo sblocco del dispositivo. Le transazioni contactless e l’accesso a determinate applicazioni, come quelle bancarie, richiedevano ulteriori metodi di autenticazione, rendendo l’esperienza meno fluida.

Questo scenario, tuttavia, ha subito una svolta radicale con l’arrivo dei Pixel 8 e Pixel 8 Pro. Google, attenta alle esigenze dei suoi clienti, ha implementato una funzione che consente non solo lo sblocco del dispositivo tramite riconoscimento del volto, ma anche l’autorizzazione di pagamenti NFC e l’accesso a servizi che necessitano di un livello di sicurezza avanzato.

La chiave di questa evoluzione risiede nel cuore tecnologico dei nuovi dispositivi: il processore Tensor G3. Questa innovativa componente, combinata con algoritmi all’avanguardia dedicati all’apprendimento automatico, ha reso possibile una tale rivoluzione nel riconoscimento facciale.

Tuttavia, non è la prima volta che Google si avventura in questo campo. Già nel Google Pixel 4 era stata introdotta una funzionalità di riconoscimento facciale, ma la sua implementazione era radicalmente diversa. Mentre il Pixel 4 si affidava a un hardware specificamente dedicato, i Pixel 8 adottano una fotocamera con autofocus a doppio pixel (DPAF), una tecnologia in grado di generare una mappa di profondità accurata, catturando dettagliatamente i contorni del viso dell’utente.

Google, inoltre, ha sottolineato che la funzione Face Unlock nei Pixel 8 rispetta il “più alto standard biometrico Android”. Riconoscendolo come Classe 3, la società californiana ha posto l’accento su un significativo passo avanti in termini di sicurezza. Per gli utenti attenti alle nuove tecnologie e alla sicurezza, questa novità potrebbe rappresentare un motivo in più per optare per uno degli ultimi smartphone di punta della casa di Mountain View.

Ovviamente, rimane la curiosità di vedere come questi dispositivi si comporteranno nella pratica quotidiana. Ma se la teoria troverà conferma nell’uso reale, Google potrebbe davvero aver alzato l’asticella nell’ambito della sicurezza biometrica.

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