Alcuni dei più famosi siti di IPTV illegale, che generano milioni di visite, vengono collegati al Vietnam dove però pare non vengano presi provvedimenti.

Secondo quanto riportato in un rapporto pubblicato su TorrentFreak, alcuni dei più famosi siti che offrono film e serie TV in streaming illegale come Bmovies, Bflix, Fmovies, 9anime sono ospitati in Vietnam. Sembra inoltre che la maggior parte di essi sia di proprietà di uno dei maggiori servizi IPTV pirata, BestBuyIPTV.

Sebbene il Vietnam sia da qualche anno sulla lista di controllo degli Stati Uniti, questi ultimi possono fare poco per arginare il fenomeno che sta crescendo, come previsto alcuni anni fa dall’USTR, registrando numeri da capogiro. Pare che questi siti generino diversi miliardi di visualizzazioni di film e serie e che questo generi a sua volta introiti non da poco.

Il Vietnam è nella lista di controllo degli Stati Uniti. Nel 2018 l’ambasciatore americano è intervenuto presso le autorità locali chiedendo che venissero perseguiti penalmente i soggetti che si nascondevano dietro alcuni dei più famosi siti per l’IPTV illegale. In seguito a questo, siti pirata, come 123movies, avevano chiuso da un giorno all’altro. Il che sembrava un segnale promettente.

In seguito però altri siti sono stati collegati al Vietnam e ad oggi, secondo SimilarWeb, che traccia il traffico Internet di ogni sito nel mondo, un sito come fmovies.to, che ha le sue radici nel Paese, ha generato 92 milioni di visite solo lo scorso marzo. Questo è solo uno degli esempi che è possibile riportare.

Se questo tipo di siti può operare è soprattutto perché non ci sono indagini o procedimenti penali. Secondo il diritto penale del Paese sono previste multe sostanziali e anni di reclusione per violazione del copyright ma, nella maggior parte dei casi, nonostante i tentativi dei titolari dei diritti di far chiudere questi siti, le autorità non prendono provvedimenti.

Nonostante tutto ciò, il Vietnam non è stato messo sotto sorveglianza prioritaria, ma siti come fmovies e bmovies, ospitati nel paese, sono stati inclusi nella lista dei siti pirata pubblicata dagli Stati Uniti a febbraio. Il motivo non è chiaro, ciò però che risulta evidente da questa analisi è che i siti web incriminati di download illegale continuano a cavalcare l’onda.

Articolo precedentePS5 Pro entro il 2024, ma prima altri progetti come la Q Lite
Articolo successivoWhatsApp porta il trasferimento chat su iPhone senza iCloud
Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.