Google ha implementato una serie di modifiche sostanziali al Play Store e, ieri giovedì 7 aprile, il gigante della ricerca ha annunciato un’altra importante linea guida. A partire dal 1° novembre, tutte le app nello store devono essere aggiornate con l’ultima API Android o una versione che ha fino a due anni.

Se gli sviluppatori non implementano la modifica entro il periodo di tempo stabilito, la conseguenza sarà una limitazione nel rilevamento delle app o addirittura un blocco sulle nuove installazioni. Google spiega che il provvedimento mira a garantire che il software presente nel Play Store abbia le ultime linee guida visive e di sicurezza Android.

“Gli utenti si aspettano di sfruttare appieno tutte le protezioni di privacy e sicurezza che Android ha da offrire. L’ampliamento dei nostri requisiti API è un modo per proteggere gli utenti da app obsolete e non funzionanti” – Krish Vitaldevara, Direttore della gestione dei prodotti di Google.

Google spiega inoltre che la limitazione per l’app si verificherà solo quando l’utente utilizza uno smartphone con l’ultimo Android (12) e l’app si trova sull’API Android 9, ad esempio.

Inoltre, anche se Google punisce un’app bloccando le nuove installazioni, gli utenti che l’hanno già scaricata non potranno più scaricarla.

Gli sviluppatori potranno anche richiedere un’estensione della scadenza di sei mesi se il loro software non è pronto entro il 1° novembre.

Vale la pena ricordare che non sono solo le piccole applicazioni a utilizzare le vecchie API. Nel 2017, un’indagine ha rilevato che all’epoca Facebook e Snapchat utilizzavano API che avevano rispettivamente due e tre anni.

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