Con un nuovo aggiornamento, Google Chrome revocherà automaticamente i diritti concessi ai siti web non visitati da 60 giorni, mirando a una maggiore sicurezza e protezione dei dati personali.

Google ha annunciato un nuovo passo avanti nella protezione dei dati personali dei suoi utenti. Il popolare browser Google Chrome introdurrà un meccanismo per revocare automaticamente i diritti concessi ai siti web che non vengono visitati per un periodo di 60 giorni. La mossa, annunciata recentemente, è finalizzata a contrastare il rischio di abusi da parte dei siti web e delle applicazioni, che sempre più spesso richiedono un numero crescente di diritti e autorizzazioni.

Le richieste di autorizzazione da parte dei siti web sono diventate così frequenti che spesso gli utenti le concedono in maniera quasi automatica, senza prendere il tempo di valutare l’entità e l’importanza delle autorizzazioni richieste. Naturalmente, gli utenti hanno sempre la possibilità di revocare manualmente i diritti concessi a un sito web, ma Google ha deciso di semplificare la vita agli utenti introducendo questa funzione automatica.

Come attivare la revoca automatica delle autorizzazioni

Per attivare la revoca automatica delle autorizzazioni, gli utenti devono seguire i seguenti passaggi:

  1. Digitare “chrome://flags” nella barra degli indirizzi del browser.
  2. Trovare e attivare il “Security Hub”.
  3. Riavviare il browser.

Una volta attivata, la funzione revoca automaticamente i diritti dei siti che non sono stati visitati per due mesi. Dopo questo periodo, i siti web dovranno chiedere nuovamente il permesso all’utente per accedere ai suoi dati personali o ad altre informazioni.

Questa funzione fa parte del pacchetto di aggiornamenti del Safety Hub v2 di Chrome e sarà attivata di default una volta offerta a tutti gli utenti di internet.

Tuttavia, va notato che Google ha spesso ricevuto critiche per la gestione dei dati personali degli utenti. Nonostante i continui sforzi per migliorare l’esperienza dell’utente, le iniziative del gigante della ricerca online in materia di sicurezza sono spesso considerate discutibili.

Per esempio, recentemente gli utenti di Chrome su Android hanno ottenuto la possibilità di effettuare screenshot del proprio dispositivo anche in modalità privata, una funzione che solleva alcune preoccupazioni sulla privacy. Inoltre, Google Chrome prevede di consentire agli utenti di condividere le password, una scelta che ha suscitato non poche perplessità.

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