Le tariffe imposte da Apple sulle transazioni nell’App Store violerebbero le norme dell’Unione Europea. Le app con servizi di abbonamento pagano di più, e ciò potrebbe rappresentare una concorrenza sleale.

Nelle ultime ore è emersa una notizia che potrebbe scuotere il settore tech a livello globale. Bloomberg ha rivelato martedì (31) che l’Authority for Consumers and Markets (ACM, ente antitrust dei Paesi Bassi, ha lanciato un’accusa pesante verso il gigante tech Apple. La questione? Le tariffe stabilite dall’azienda statunitense per le transazioni effettuate nell’App Store, punto di riferimento per chi possiede dispositivi con sistema operativo iOS e iPadOS.

La dinamica risulta complessa ma di fondamentale importanza. Secondo il rapporto pubblicato, Apple avrebbe un sistema di tariffe differenziate: tariffe più basse per le app che non offrono servizi di abbonamento agli utenti, mentre le app che propongono piani di abbonamento o opzioni di acquisto si trovano a dover pagare tariffe decisamente più elevate. Ciò potrebbe tradursi in una concorrenza sleale e in una violazione delle norme UE, che prevedono parità e trasparenza nelle pratiche commerciali.

Un dettaglio che rende la questione ancora più spinosa è l’apparente silenzio di Apple. La Big Tech di Cupertino, infatti, non avrebbe fornito spiegazioni riguardo a tale scelta tariffaria, penalizzando notevolmente le aziende che hanno optato per l’introduzione di servizi di abbonamento nelle proprie applicazioni. Sebbene Apple abbia ridotto la commissione applicata alle transazioni su App Store dal 30% al 27%, per l’ACM questo cambiamento risulterebbe ancora insufficiente e non risolutivo.

Le implicazioni di questa accusa potrebbero essere significative. Apple, di fronte alle contestazioni sollevate dall’ente regolatore dei Paesi Bassi, ha ora due scelte: può scegliere di rivolgersi a un tribunale per opporsi alle accuse, oppure può decidere di modificare le proprie tariffe per soddisfare le richieste dell’ACM. Ad oggi, Apple non ha ancora preso una posizione ufficiale sull’argomento, ma il settore è in attesa di una reazione da parte dell’azienda.

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