Alcune università americane hanno deciso di vietare l’accesso all’app TikTok dalle proprie reti Wi-Fi ma come è immaginabile gli studenti non sono d’accordo.

La saga TikTok continua. Come sappiamo il governo degli Stati Uniti ha vietato l’accesso all’applicazione dai dispositivi utilizzati dai propri dipendenti, con la motivazione che ByteDance può utilizzare TikTok per raccogliere i dati personali degli utenti e consegnarli al governo cinese. Ed ecco che ora anche alcune università statali del Paese hanno deciso di vietare l’accesso dalle proprie reti Wi-Fi, il che, come è immaginabile, sta provocando una piccola rivolta fra gli studenti.

Sono diverse le strutture scolastiche, in differenti Stati, che hanno iniziato a bloccare l’accesso al social network attraverso le loro reti Wi-Fi. Di conseguenza, agli studenti che non dispongono di piani dati viene impedito l’accesso all’applicazione. Secondo gli studenti il problema non è tanto quello di poter vedere i video, o almeno non solo, ma quello di avere la possibilità di accedere ad informazioni per loro utili, soprattutto riguardo la vita e le attività all’interno dei campus, ed anche a notizie di attualità.

Va detto che gli studenti che possiedono uno smartphone con un proprio piano dati saranno comunque liberi di accedere all’applicazione.

Commentando la questione, TikTok afferma che le preoccupazioni delle autorità si basano su false informazioni. Inoltre, il social network afferma di essere disponibile a parlare con le autorità statali delle sue politiche sulla privacy e sulla sicurezza.

Ricordiamo che anche nell’Unione Europea TikTok si trova ad affrontare una situazione delicata e rischia di poter essere bannata. Viene infatti richiesto che TikTok si conformi a tutte le norme e i regolamenti delineati nel Digital Services Act (DSA), entrato in vigore nel novembre 2022.

In ogni caso, riguardo l’applicazione, il problema preso in considerazione non riguarda solo la raccolta di dati degli utenti e il loro utilizzo. Si guarda anche a problematiche più legate alla salute fisica e mentale ed alla tutela, soprattutto dei minori. Si parla di dipendenza, disinformazione, censura dei contenuti e cyberbullismo. Un altro fenomeno che sta preoccupando è quello delle challenge

L’app è già vietata in Paesi asiatici come India, Pakistan, Bangladesh e Azerbaigian.

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Carolina Napolano
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