Sul tema caldo del finanziamento delle reti di telecomunicazione da parte dei giganti tecnologici, conosciamo già la posizione degli operatori, ma non quella di Netflix o di altri. Ebbene, il responsabile della piattaforma di streaming ha colto l’occasione del MWC 2023 per fornire il suo punto di vista sulla questione.

La scottante questione del finanziamento delle reti di telecomunicazione è sul tavolo di molti Paesi europei da mesi. Nell’agosto 2022, Italia, Francia e Spagna hanno annunciato la volontà di tassare i GAFAM per contribuire allo sviluppo delle infrastrutture di rete.

Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno, ha dichiarato che questa è una delle principali aree di lavoro per la costruzione di un “nuovo spazio digitale”. Google, Meta, Netflix, Amazon, Apple e Microsoft rappresentano da soli il 55% del traffico globale, secondo uno studio dell’European Telecommunications Network Operators’ Association  (ETNO).

Per Netflix, una tassa per finanziare le reti non ha senso

Tuttavia, Greg Peters, co-CEO di Netflix, ha approfittato di un forum aperto al MWC 2023 di Barcellona per fornire il suo punto di vista sull’argomento. A suo avviso, il successo delle piattaforme di streaming è vantaggioso anche per gli operatori. Perché? Perché gli abbonati a piattaforme come Netflix, Amazon o Disney+ sono generalmente disposti a pagare di più per una connessione internet di qualità (e quindi a godere di un’esperienza ottimale sui vari servizi).

A sostegno della sua tesi, il manager cita anche il successo delle offerte internet che includono Netflix. “Siamo partner commerciali di oltre 160 operatori telefonici e ISP in tutto il mondo, molti dei quali offrono ai loro clienti un abbonamento che include Netflix. I consumatori amano questi pacchetti. E questo dimostra il valore che rappresentiamo quando lavoriamo insieme”, ha dichiarato.

Inoltre, il boss ritiene che i margini del servizio “sono significativamente inferiori a quelli di Bouygues Telecom o Deutsche Telekom. Si potrebbe benissimo sostenere che queste società di telecomunicazioni dovrebbero pagare alle società di intrattenimento il costo dei contenuti, perché una tassa come quella che stanno proponendo potrebbe avere effetti molto dannosi”. 

Questa tassa ridurrebbe fatalmente la quantità di denaro che Netflix accantona ogni anno per la creazione di nuovi contenuti, che dal 2017 si aggira intorno ai 60 miliardi di dollari. Infine, Greg Peters ritiene che questa tassa dovrebbe essere applicata anche ai canali televisivi tradizionali, che sempre più spesso “passano allo streaming” e al VOD “per offrire ai loro clienti gli stessi vantaggi offerti da Internet”.

Articolo precedenterealme C55 ufficiale in Indonesia, ma in Europa?
Articolo successivoWhatsApp rispetterà le norme UE sulla tutela dei consumatori