Manifest V3 di Google Chrome prevede un rollout nel 2024: tra miglioramenti, critiche degli sviluppatori di adblock e preoccupazioni sulla privacy digitale.

Google ha annunciato un cambiamento significativo per le estensioni del suo browser Chrome: Manifest V3 sostituirà definitivamente il suo predecessore, Manifest V2, nel giugno 2024. Con questa mossa, Google intende disattivare da remoto le estensioni che si basano ancora su Manifest V2 e impedire nuove installazioni tramite il Chrome Web Store. Manifest V3, tuttavia, non è stato esente da critiche, soprattutto da parte degli sviluppatori di adblock, che hanno lamentato le eccessive limitazioni delle nuove specifiche.

Google, nel suo post sul blog, ha spiegato di aver apportato miglioramenti chiave a Manifest V3 per risolvere alcune delle preoccupazioni degli sviluppatori. Questi miglioramenti includono un supporto più robusto per filtrare i contenuti, con limiti più generosi che consentono di creare liste di blocco e set di regole più ampie. Sono state anche introdotte migliorie per le estensioni che si basano sulla riproduzione in background, un controllo più efficace sui tempi di vita dei service worker e una nuova API per gli script utente.

Dopo aver inizialmente sospeso la transizione a Manifest V3 nel dicembre dello scorso anno a causa delle forti reazioni degli sviluppatori, Google sembra ora sicura di aver introdotto le modifiche necessarie. La transizione dalla specifica precedente, Manifest V2, avverrà gradualmente con l’introduzione di Google Chrome 127 e versioni successive. Google ha anche affermato che il cambiamento sarà graduale, lasciando aperta la possibilità che alcune estensioni basate su Manifest V2 possano rimanere operative per un certo periodo.

Nel frattempo, Google incoraggia gli sviluppatori a migrare a Manifest V3 il prima possibile. L’azienda ha riferito che il supporto per Manifest V3 tra la comunità degli sviluppatori di estensioni è notevolmente aumentato. In particolare, Google ha collaborato con AdGuard per migliorare ulteriormente Manifest V3, rendendolo più adatto al blocco di tracker e annunci pubblicitari. AdGuard ha espresso un “cauto ottimismo” verso questo cambiamento.

Tuttavia, altre iniziative come l’EFF (Electronic Frontier Foundation), un’organizzazione non profit per la privacy digitale, rimangono insoddisfatte. Parlando con The Verge, l’EFF ha sottolineato che, nonostante i miglioramenti, il problema principale persiste: la limitazione all’innovazione delle estensioni potrebbe avvantaggiare i tracker a scapito degli utenti.

In parallelo, Google ha intensificato la sua lotta contro gli adblocker, specialmente su YouTube. L’azienda ha adottato un approccio più aggressivo, impedendo agli utenti identificati per l’uso di adblocker di accedere ai video finché i blocchi rimangono attivi. Questa politica ha suscitato controversie e ha portato a cause legali sulla privacy nell’Unione Europea.

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Carolina Napolano
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