Fedora 34 è stata la prima grande distribuzione Linux ad adottare Gnome 40, il cui salto di numero rispetto alla precedente v3.38 è in parte mirato a semplificare la nomenclatura dell’ambiente desktop ma porta anche delle novità. Quando entrate in Fedora 34 venite portati a una schermata Activities Overview aggiornata. Gli sviluppatori sono inoltre passati da un layout verticale a quello orizzontale, quindi la Dash è in basso e gli spazi di lavoro sono organizzati in una striscia orizzontale.

Altri aspetti dell’ambiente desktop sono stati modificati per renderlo più intuitivo ed efficiente. La Dash, per esempio, che elenca sia i programmi preferiti che gli altri, ora li separa visivamente. Anche le miniature delle finestre sono state migliorate e ora aggiungono le icone dei programmi per aiutarvi a identificarle. Gnome 40 è basato sul nuovo toolkit grafico GTK 4.0 che, a parte le modifiche esteriori, ha portato diverse migliorie al funzionamento interno. È per esempio stato ampliato il supporto delle gesture, permettendo agli swipe con tre dita di cambiare spazio di lavoro e caricare la panoramica delle attività. In generale, l’esperienza utente è molto migliorata.

Cosa abbiamo a disposizione

Come sempre, il desktop è basato sul display server Wayland, anche se gli utenti di hardware Nvidia vengono passati automaticamente al più vecchio e lento X.org. Gli sviluppatori  stanno però lavorando per permettere anche a loro di usare Wayland. Un importante cambiamento nel back-end di Fedora 34 è stato il passaggio dai server audio PulseAudio e Jack a PipeWire. Dato che le API di quest’ultimo sono compatibili con quelle di PulseAudio, la maggior parte dei programmi funziona senza alcuna modifica. Gli sviluppatori di Fedora hanno inoltre lavorato con Google e Mozilla per assicurarsi la piena compatibilità con i browser Chromium e Firefox.

Un’altra novità è che il filesystem Btrfs di Fedora 34 ora fa la compressione trasparente di default con zstd. Oltre a far risparmiare tra il 20% e il 40% di spazio di archiviazione, questa modifica permette anche di aumentare la longevità di SSD e altri dispositivi flash. La release principale Fedora Workstation è progettata come una distribuzione per desktop estremamente solida, adatta in particolare agli utenti avanzati che la usano come piattaforma per compiti come la programmazione o l’elaborazione di file multimediali. Apprezzeranno modifiche come l’abilitazione di systemd-oomd per aiutarli a evitare errori di memoria OOM.

Oltre all’edizione Gnome, l’ecosistema di Fedora ne produce altre per rispondere alle esigenze di ogni tipo di pubblico, con diversi ambienti desktop e applicazioni. Ci sono anche varianti per i differenti casi d’uso. C’è una versione della distribuzione per i server, una per gestire i contenitori (CoreOS) e un’altra per dispositivi dell’Internet delle cose (IoT) che offre un miglior supporto per un’ampia gamma di device con architettura ARM. 

Conclusione finale

Una delle più amate distribuzioni RPM continua a giustificare la sua fama di miglior distro con l’ambiente desktop Gnome. Molti dei suoi sviluppatori sono pagati da Red Hat, che usa il progetto per affinare i componenti che in futuro entreranno nei suoi prodotti commerciali. Un’altra ottima release di Fedora stable che raggiunge il perfetto equilibrio tra forma e funzione.

Articolo precedenteLe cuffie Urbanista Los Angeles ad energia solare sono qui
Articolo successivoFingerprinting: è davvero una minaccia per la privacy?