Il “bullo” tradizionale è un soggetto che nella quasi totalità dei casi si può individuare facilmente: di solito si tratta di qualcuno con una forte personalità, capace di imporsi sugli altri anzitutto per carisma, ma spesso anche fisicamente. Il cyberbullo, invece, può essere chiunque, anche qualcuno che nella vita reale sarebbe la vittima perfetta per un bullo. Protetto dall’errata percezione di anonimato e sicurezza offerta dai social network, il cyberbullo può prendere di mira la propria vittima senza limiti geografici o di orari, cosa che invece nel bullismo tradizionale non è possibile perché occorre che aguzzino e vittima siano fisicamente presenti nello stesso luogo.

Nella vita reale, difatti, il bullo solitamente non agisce quando si è a scuola o in altri luoghi pubblici, cosa che crea delle aree di relativa sicurezza per il bullizzato, ma il Web è pervasivo e non ci sono luoghi o momenti che si possano considerare “sicuri”. Neanche quando si è dentro casa. C’è inoltre da considerare che il cyberbullo non percepisce immediatamente l’effetto delle proprie azioni sul soggetto preso di mira, quindi è spinto a perseverare in esse in maniera continuativa e ossessiva, senza rendersi conto che così facendo le conseguenze possono essere drammatiche e nei casi peggiori spingere la vittima a compiere gesti estremi. Dopo questa breve introduzione affrontiamo quello che vogliamo farvi conoscere, il significato delle varie forme più conosciute di cyberbullismo in modo da sapere a cosa possiamo trovarci difronte. 

Le forme più comuni di cyberbullismo

  • Flaming – Invio di messaggi di carattere provocatorio, violento e/o volgare su un social per cercare di creare e alimentare conflitti verbali tra due o più contendenti.
  • Harassment – Letteralmente “molestie”. Si tratta di messaggi dal contenuto offensivo, veicolati tramite chat, email, social, forum e rivolti a una persona specifica e spesso ripetuti ossessivamente nel tempo.
  • Cyberstalking – Tristemente famoso perché lo si trova spesso nelle cronache nere e nei TG in prima serata, il cyberstalking racchiude quei comportamenti persecutori che hanno lo scopo di infastidire e molestare una persona al fine di annullarla psicologicamente e, spesso, preparare il terreno ad altro tipo di aggressioni, stavolta più violente e fisiche.
  • Denigration – Questa è una forma particolarmente insidiosa di cyberbullismo, mediante la quale si tende a denigrare qualcuno per danneggiarne la reputazione o le amicizie.
  • Impersonation – Per certi versi simili alla denigration, questa forma di cyberbullismo presume che il “bullo” di turno entri in possesso dei dati d’accesso ai social o alle email della vittima e tramite questi la impersoni inviando messaggi che abbiano come scopo quello di metterla in cattiva luce con amici e conoscenti.
  • Tricky Outing – Questa forma di cyberbullismo è terribile: si inganna qualcuno offrendo un’amicizia interessata e volta a ottenere informazioni private e/o intime, quindi una volta ottenute queste informazioni, le si diffonde su Internet o tramite altri mezzi come gli SMS. 
  • Exclusion – Ai giorni nostri il “successo” di qualcuno si misura anche in base al numero di “seguaci” o “amici” nei social. Se qualcuno decide di escludere intenzionalmente da un contesto social o ludico un altro utente, gli creerà un indubbio danno immediato nel virtuale e a più lunga durata nella vita reale.
  • Happy Slapping – Tra le ultime nate, questa forma di cyberbullismo consiste nel registrare una persona che subisce forme di violenze fisiche o psichiche allo scopo di ridicolizzarla e umiliarla. Le registrazioni sono solitamente effettuare all’insaputa della vittima, ma in alcuni casi possono addirittura essere preparate e recitate come fosse un film.
  • Revenge Porn – Questa forma di cyberbullismo è particolarmente esecrabile perché qualcuno a noi vicino (solitamente un compagno o ex-compagno, o un presunto amico) diffonde su Internet foto o video che ci ritraggono in atteggiamenti intimi con altre persone.

Come comportarsi se si è vittima di cyberbullismo

Il cyberbullismo, quindi, può colpire indistintamente persone di ogni età; ma come possiamo difenderci? Anzitutto, non bisogna farsi prendere dal panico. Sappiamo che è più facile dirlo che farlo, ma mantenere la calma è fondamentale per poter affrontare il problema nel modo corretto.

La prima cosa che consigliamo di fare, è inviare un messaggio al cyberbullo di turno facendogli chiaramente capire che il suo comportamento non è corretto e ci infastidisce. Attenzione: in nessun caso si deve avviare una conversazione, né sui social, né tramite sms: questo farebbe soltanto il suo gioco e rischierebbe di inasprire una situazione che, nella maggior parte dei casi, si risolve da sé in poco tempo.

Se la cosa prosegue, la mossa successiva è quella di bloccare il cyberbullo su tutti i canali utilizzati per comunicare senza però dimenticarsi di scattare degli screenshot ai messaggi incriminati, così da avere le prove del suo comportamento aggressivo. Questo è utile se si rendesse necessaria una denuncia alle autorità competenti. Se si viene bullizzati su un social, su una chat, un forum o un sito di un gioco multiplayer, è buona norma evitare di frequentare il luogo virtuale sul quale si è ricevuto l’attacco e, se necessario, anche cambiare indirizzo e-mail e profilo social, rendendo così più complicata la vita del cyberbullo che vorrebbe continuare a tormentarci.

La cosa più importante di tutte, però, è non pensare di poter risolvere tutto da soli. Alle prime avvisaglie di cyberbullismo parliamone subito con qualcuno di fidato: genitori, parenti, amici. Chiunque. L’importante è non essere soli in questo frangente. Subito dopo averne parlato con qualcuno, il passo immediatamente successivo è quello di chiedere sostegno psicologico.

Non bisogna aver paura di sembrare “malati”: chiedere aiuto per metabolizzare psicologicamente il bullismo è una delle cose più intelligenti da fare. Anche nei casi più scabrosi, come può essere il Revenge Porn, non ci si deve chiudere in se stessi, ma affrontare apertamente il problema, spuntando così le armi in mano al cyberbullo di turno.

Per finire, il consiglio più ovvio e più disatteso di tutti: effettuare la segnalazione e/o denuncia del problema alle autorità, recandosi presso i Carabinieri, la Polizia oppure inoltrando una segnalazione online alla Polizia Postale.

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