Amazon e Microsoft sospettati di pratiche anticoncorrenziali nel cloud storage secondo l’Autorità di regolamentazione delle comunicazioni del Regno Unito

Non è una novità che i giganti della tecnologia come Amazon e Microsoft abbiano una presenza consolidata e una posizione predominante nel mercato del cloud storage. Tuttavia, il recente studio pubblicato dall’Ofcom, l’autorità britannica di regolamentazione delle comunicazioni, solleva preoccupazioni legate alla concorrenza nel settore.

Secondo il rapporto, Amazon AWS e Microsoft Azure insieme rappresentano il 60-70% del mercato, definendoli hyper-scaler, mentre Google, che è il concorrente più vicino, ha una quota di mercato inferiore del 5-10%. L’Ofcom ha anche riscontrato evidenze che questi due player stanno già danneggiando la concorrenza con consistenti aumenti di prezzo al momento del rinnovo dei contratti, e che i clienti sono spesso preoccupati per la loro capacità di cambiare e utilizzare fornitori diversi.

Inoltre, l’Ofcom ha individuato diverse restrizioni tecniche che ostacolano l’interoperabilità tra i servizi cloud e ostacolano la portabilità dei dati degli utenti tra i diversi fornitori. Ciò significa che i consumatori si trovano spesso a dover scegliere tra limitate opzioni o accettare un aumento dei costi per acquisire più spazio di archiviazione e mantenere i loro dati con il fornitore attuale.

Tutto ciò potrebbe significare che il mercato del cloud storage non funziona a vantaggio delle persone e delle imprese, ma solo a vantaggio dei fornitori di servizi cloud come Amazon e Microsoft. L’Ofcom quindi ha proposto di trasmettere alcuni dati della sua ricerca all’Autorità per la concorrenza e i mercati (CMA) per ulteriori indagini sulle pratiche di mercato di questi due colossi tecnologici.

Se queste preoccupazioni per la concorrenza non vengono affrontate adeguatamente, la scelta degli utenti del cloud storage sarebbe limitata, con un’opzione molto ridotta tra pochi fornitori di servizi e un aumento dei costi. Inoltre, ci sarebbe una maggiore dipendenza da queste grandi aziende tecnologiche per la conservazione dei dati, il che potrebbe inibire la concorrenza e l’innovazione. La pubblicazione del rapporto finale è prevista per il 5 ottobre 2023, ma intanto l’autorità di regolamentazione statunitense sta già conducendo un’indagine separata sulle stesse preoccupazioni legate alla concorrenza del cloud storage.

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