Opensea, la più grande piattaforma NFT del mondo, sta tagliando il 20% della sua forza lavoro. L’informazione proviene direttamente dall’amministratore delegato Devin Finzer, che ha twittato uno screenshot di un messaggio Slack inviato giovedì all’intero staff dell’azienda. Finzer ha attribuito la responsabilità dei licenziamenti all’instabilità economica sia delle criptovalute che dell’economia in generale. I tagli, ha scritto, prepareranno l’azienda a far fronte a una crisi prolungata.
“I cambiamenti che stiamo apportando oggi ci mettono in condizione di mantenere diversi anni di attività in vari scenari di inverno delle criptovalute (5 anni al volume attuale) e ci danno la certezza di dover affrontare questo processo solo una volta”.
Poiché Opensea non rende noto il numero dei suoi dipendenti, non è chiaro quante persone siano state colpite dai tagli. TechCrunch ha fatto notare che la pagina LinkedIn dell’azienda indica che ha 769 dipendenti, il che significa che circa 150 persone hanno perso il lavoro. Nello stesso messaggio su Slack, Finzer afferma che i dipendenti colpiti riceveranno una “generosa liquidazione” e la copertura sanitaria fino al 2023.
A gennaio l’azienda ha raccolto 300 milioni di dollari in capitale di rischio, che Finzer ha dichiarato di voler utilizzare per assumere 90 nuovi dipendenti e istituire un fondo per i creator. Nella nota inviata ai dipendenti, Finzer non ha fatto alcun riferimento ai nuovi investitori.
Opensea si unisce a un gruppo crescente di importanti giganti delle criptovalute che hanno subito licenziamenti quest’estate. Coinbase ha tagliato più di 1.100 posti di lavoro il mese scorso, citando anche l’inverno delle criptovalute e la difficile situazione economica. Sempre a giugno, BlockFi ha licenziato circa il 20% del suo personale (ovvero circa 200 persone) e Crypto.com ha licenziato 260 dipendenti, solo pochi mesi dopo aver firmato un accordo da 700 milioni di dollari per i diritti di denominazione dello Staples Center di Los Angeles.
