La casa editrice tedesca sfrutta la tecnologia dell’intelligenza artificiale per sostituire i dipendenti del Bild, suscitando preoccupazioni nell’industria editoriale.

Axel Springer, l’azienda che possiede il quotidiano tedesco Bild, ha recentemente annunciato un piano di riorganizzazione che prevede l’impiego dell’intelligenza artificiale e che porterà al licenziamento di circa 200 dipendenti. La riorganizzazione, che ridurrà le 18 redazioni regionali esistenti a 12, sostituirà ad esempio Bild Düsseldorf e Bild Colonia con Bild Rheinland.

Il piano coinvolgerà sia i manager che gli editori, e questi ultimi verranno parzialmente sostituiti da un’IA generativa, in un processo già precedentemente avvenuto con i lavoratori di CNET. L’obiettivo dell’azienda è ridurre i costi di circa 100 milioni di euro.

Axel Springer, secondo quanto riportato dalla Frankfurter Allgemeine, cerca di minimizzare i licenziamenti e di trovare soluzioni socialmente accettabili. Nondimeno, il piano aziendale ha suscitato la critica dell’associazione tedesca dei giornalisti (Deutsche Journalisten-Verband, DJV), che ha etichettato l’email inviata dalla dirigenza di Bild come impersonale, priva di anima e totalmente tecnocratica.

L’associazione DJV ha sottolineato le gravi conseguenze sul futuro professionale dei dipendenti coinvolti e ha espresso preoccupazione per l’accento posto su “prodotti, progetti e processi che non potranno mai più avere successo economico”.

Nell’ambito di questa riorganizzazione, caporedattori, redattori, correttori di bozze, personale di segreteria e addetti al photo editing non esisteranno più come oggi. Secondo l’azienda, queste mansioni “verranno svolte nel mondo digitale dall’intelligenza artificiale”.

Il CEO di Axel Springer, Mathias Döpfner, ha sostenuto che il giornalismo cartaceo sia ormai giunto al termine, lasciando spazio esclusivamente al giornalismo digitale. Questa transizione non riguarda solo la modalità di pubblicazione, ma segna anche il passaggio da una redazione fisica a una completamente virtuale.

Tuttavia, l’associazione DJV ha evidenziato l’importante segnale negativo che il gruppo sta mandando all’intera industria editoriale: l’uso dell’intelligenza artificiale come strumento per tagliare posti di lavoro e massimizzare i profitti. L’associazione ha affermato che niente e nessuno potrà mai sostituire un vero editore, e ha sottolineato la questione della responsabilità editoriale anche per i contenuti generati tramite soluzioni tecnologiche come l’intelligenza artificiale.

Questi cambiamenti rappresentano una sfida significativa per l’industria editoriale, poiché sollevano questioni critiche riguardo alla responsabilità editoriale, al futuro del giornalismo e al ruolo che l’intelligenza artificiale svolgerà in questo scenario in continua evoluzione.

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