Il cofondatore di Wikipedia Jimmy Wales valuta l’uso di ChatGPT come ausilio per scrivere articoli per l’enciclopedia online.

ChatGPT non manca di far parlare di sé, questa volta non per delle risposte un pò sopra le righe, un bug o per una qualche accusa mossa da governi o soggetti autorevoli su privacy e sicurezza ma perchè ha attirato l’attenzione del fondatore della principale enciclopedia online, Wikipedia. Non è stato ancora deciso nulla, ma secondo Jimmy Wales il dibattito è aperto all’interno della direzione di Wikipedia.

L’IA di OpenAI sta suscitando molte polemiche e il fondatore di Wikipedia ne è ben consapevole: “i modelli esistenti non sono abbastanza buoni, ma siamo anche interessati, perché sembra che ci siano molte possibilità in questo settore“. Ha detto che chiedere a ChatGPT di scrivere una voce di Wikipedia sull’Empire State Building non è ancora all’ordine del giorno, ma non è più impossibile, e il futuro deve essere preparato, soprattutto perché, secondo il suo direttore, usare ChatGPT costerebbe a Wikipedia non più di 1000 sterline l’anno.

Gli esperti affermano che, per quanto potente, l’IA è ancora lontana dall’essere una tecnologia molto affidabile. Spesso fornisce risposte false con un’aplomb sconcertante ed appare anche piuttosto convincente. Questo non è necessariamente intenzionale, ma nelle mani sbagliate potrebbe permette ogni tipo di manipolazione e senza le adeguate verifiche potrebbe diffondere informazioni pericolosamente non veritiere.

Wikipedia è spesso criticata per ospitare articoli “di parte”, intenzionalmente o meno, e ci sono stati casi di pubblicazioni false. C’è quindi il grande pericolo che Wikipedia amplifichi la disinformazione. Nonostante ciò, Wales è interessato al chatbot per le possibilità che offre in termini di assistenza umana. L’intelligenza artificiale può confrontare le fonti e le citazioni di vari articoli e trovare contraddizioni in pochi secondi. In definitiva, se l’inserimento dei dati viene opportunamente automatizzato, potrebbe risultare molto utile per la comunità.

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Carolina Napolano
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