I lavoratori di YouTube Music Content Operations, un subappaltatore di Alphabet, hanno aderito al sindacato e richiesto diritti di contrattazione.

Nelle settimane scorse abbiamo riportato le notizie relative all’adesione ai sindacati di gruppi di lavoratori di grandi aziende come Amazon, Apple, Activision Blizzard, con le relative reazioni, più o meno limpide, delle società, e ora riportiamo invece una notizia sull’argomento riguardante Alphabet, holding che controlla società legate a Google. Un gruppo di lavoratori di YouTube Music Content Operations, un subappaltatore di Alphabet, ha presentato al National Labor Relations Board una richiesta di riconoscimento sindacale e di potere di contrattazione dopo che la maggioranza del gruppo ha aderito al sindacato.

Come parte del team YouTube Music Content Operations, i lavoratori assicurano che i contenuti musicali siano disponibili e approvati per i 2,1 miliardi di utenti attivi mensilmente di YouTube in tutto il mondo“, ha dichiarato l’Alphabet Workers Union-Communications Workers of America (AWU-CWA), che ad oggi conta quasi 1.200 lavoratori di Alphabet fra dipendenti a tempo pieno, lavoratori temporanei, fornitori e a contratto.

I lavoratori, con sede ad Austin in Texas, chiedono i diritti di contrattazione. L’AWU-CWA sostiene che tali diritti costringerebbero Alphabet a riconoscere il sindacato come unità di contrattazione dei lavoratori. Per questo l’NLRB ha fissato un’udienza per il prossimo 14 novembre.

All’inizio di quest’anno, un gruppo di lavoratori di Google Fiber a Kansas City ha votato per la sindacalizzazione con l’AWU-CWA e all’inizio di questo mese, l’AWU ha presentato una denuncia accusando l’azienda di pratiche di lavoro sleali e di aver licenziato i lavoratori come ritorsione per l’attività sindacale. Il sindacato sostiene che Google abbia licenziato due lavoratori che volevano discutere riguardo la retribuzione e le condizioni di lavoro.

La lotta per i diritti dei lavoratori del tech sta subendo una profonda accelerazione e sta coinvolgendo tutte le big tech in tutto il mondo.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.