Joe Biden si è unito alla lunga lista di personalità che invitano alla cautela quando si parla di intelligenza artificiale. In una riunione con i suoi consiglieri, il presidente degli Stati Uniti ha sottolineato i vantaggi della tecnologia, ma anche i rischi per la nostra società.

Il 2020 sarà senza dubbio il decennio dell’intelligenza artificiale. Basta vedere l’entusiasmo generale per ChatGPT fin dal suo lancio per convincersene. Ma se molti utenti di Internet sono entusiasti delle immense possibilità offerte da questa tecnologia, altri sono molto più riservati. Di recente, una lettera aperta firmata da alcuni grandi nomi della tecnologia, tra cui Elon Musk, ha sottolineato i rischi dell’IA per l’umanità.

Oggi è il turno di Joe Biden, che ha espresso le sue riserve sull’intelligenza artificiale. Il presidente americano ha parlato dell’argomento con i suoi consiglieri scientifici e tecnologici. Quando gli è stato chiesto se ritiene che l’IA sia pericolosa, è stato relativamente evasivo, rispondendo: “Resta da vedere. Potrebbe esserlo”. Non lesina sui benefici della tecnologia, in particolare in termini di salute e protezione dell’ambiente.

Joe Biden ha dichiarato che le intelligenze artificiali potrebbero costituire una minaccia per l’umanità

Detto questo, Joe Biden non scarta i rischi che la tecnologia presenta. Senza fornire esempi concreti, il presidente americano cita i potenziali pericoli per l’economia e la sicurezza delle nazioni. “A mio parere, le aziende tecnologiche hanno la responsabilità di garantire che i loro prodotti siano sicuri prima di essere rilasciati al pubblico”, ha dichiarato il democratico. Ha inoltre sottolineato l’importanza di regolamentare questo mercato in crescita.

“Senza tutele, vediamo l’impatto sulla salute mentale, sull’immagine di sé, sui sentimenti e sulla disperazione, soprattutto tra i giovani”, ha affermato. In effetti, un numero crescente di ricerche esprime preoccupazione per gli effetti negativi dei social network sulla salute mentale degli adolescenti. Joe Biden ha quindi chiesto nuovamente di regolamentare il settore, compresa la questione della pubblicità rivolta a un pubblico giovane.

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