La University of East London (UEL) ha condotto un’indagine, su finanziamento dell’UE, su 8.000 adolescenti europei tra i 16 e i 19 anni. Ai giovani è stato chiesto di rispondere in merito a 20 tipi di comportamento online che vanno dalla visione di contenuti pornografici, alla pubblicazione di revenge porn e immagini sessuali personali, alla diffusione di discorsi di odio.

Da quanto è emerso, il 25% dei giovani tra i 16 e i 19 anni ha molestato qualcuno online e il 33% ha piratato contenuti digitali. Uno su dieci è noto per aver fatto o trasmesso commenti d’odio. Anche la sessualità e la pornografia sono temi che interessano i giovani utenti di Internet con il 44% degli adolescenti che ha guardato materiale pornografico e il 22% che ha fatto sexting.

Si deduce chiaramente che il comportamento online degli adolescenti è spesso rischioso e, nei casi peggiori, delinquenziale o addirittura criminale. Secondo le statistiche gli uomini sono più propensi a intraprendere questo tipo di attività e il 75% ha ammesso di aver commesso qualche forma di crimine informatico, rispetto al 65% delle donne.

Gli adolescenti continuano a trascorrere più tempo su Internet. La metà dei giovani trascorre tra le 4 e le 7 ore online ogni giorno, quattro su dieci sono online per più di otto ore al giorno. Il mezzo più utilizzato è lo smartphone. I giovani passano il tempo principalmente sui social e in chat, come Instagram, WhatsApp, TikTok e Snapchat e su YouTube.

Nella classifica della cyberdevianza, un mix di comportamenti criminali e non criminali ma a rischio, gli adolescenti spagnoli sono al primo posto con il 75%, seguiti dai giovani rumeni, olandesi e tedeschi (72%).

I giovani intervistati provenivano da Francia, Regno Unito, Spagna, Italia, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia e Romania.

Secondo i ricercatori, la soluzione per eliminare questa piaga tra i giovani sta nell’educazione e nella prevenzione degli adolescenti e dei loro genitori sui comportamenti a rischio su Internet.

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Carolina Napolano
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