Mentre la sicurezza dei bambini su internet rimane una preoccupazione crescente, Google suggerisce un approccio che equilibra la protezione con l’identificazione.

Negli ultimi anni, la sicurezza dei bambini su internet è diventata un tema centrale, spingendo numerose autorità regolamentari a cercare soluzioni per proteggere i minori dai contenuti dannosi del web. Di recente, Google ha fatto il suo passo in questo dibattito, proponendo un approccio innovativo che si concentra più sulla progettazione appropriata dei prodotti rispetto alla verifica obbligatoria dell’età.

Nel suo post ufficiale, Google enfatizza il suo impegno nel sostenere la regolamentazione in materia di sicurezza dei bambini. Per farlo in modo efficace, l’azienda ha lanciato un proprio quadro di riferimento chiamato “Quadro legislativo per la protezione dei bambini e degli adolescenti online”.

Il nocciolo della questione, come illustra Google, è trovare un equilibrio. Mentre la verifica dell’età potrebbe sembrare una soluzione, implementarla in modo indiscriminato potrebbe portare gli adulti a condividere inutilmente informazioni personali. Ciò potrebbe creare rischi in termini di privacy e sicurezza. Google sottolinea che la verifica dell’età è indubbiamente cruciale per contenuti “ad alto rischio”, come materiali per adulti, gioco d’azzardo e alcol.

Per la vasta gamma di altri contenuti online, Google suggerisce un approccio basato sui “principi di progettazione adatti all’età”. In pratica, ciò significa che le aziende, inclusa Google, dovrebbero creare prodotti che siano naturalmente sicuri e appropriati per tutte le fasce d’età.

Inoltre, l’azienda mette in luce come molti gruppi attivi nella sicurezza dei bambini e nella privacy sostengono un simile equilibrio tra protezione e sorveglianza. Un quadro meno invasivo, da un punto di vista tecnologico, avrebbe anche l’effetto collaterale di ridurre il carico sui server di Google e sugli strumenti di protezione della privacy.

Negli ultimi anni, Google è stata spesso al centro delle attenzioni per questioni legate alla privacy. Ad esempio, nel 2019, la FTC ha multato Google per la pubblicità mirata ai minori, portando l’azienda a pagare una multa di 170 milioni di dollari e a rivedere la sua strategia attraverso piattaforme come YouTube Kids.

Anche a livello europeo, Google ha dovuto affrontare questioni legate alla protezione dei dati. La gestione dei cookie GDPR dell’azienda, per esempio, è stata giudicata complessa e fuorviante, portando a ulteriori controlli normativi.

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