Apple lancia un nuovo concetto di fotocamera con la serie top di gamma iPhone 15 Pro, ma quanto è veritiero e quanto è solo un trucco di marketing?

L’attesa era palpabile. L’iPhone 15 Pro, ultimo top di gamma di Apple, è finalmente arrivato e, come previsto, ha suscitato non pochi dibattiti, in particolare riguardo al sistema di fotocamere presentato dall’azienda. Mentre Apple proclama un totale di sette fotocamere, emergono dubbi e domande sull’autenticità di tali dichiarazioni.

Al centro della questione c’è la fotocamera da 48 megapixel dell’iPhone 15 Pro. Apple sostiene che questo sensore possa scattare a diverse lunghezze focali, da 48 mm a 24 mm. Tuttavia, ciò che molti potrebbero non capire immediatamente è che, a parte la lunghezza focale fissa di 24 mm, tutte le altre sono digitali. Per i non addetti ai lavori, ciò significa che il sensore non cambia fisicamente la sua distanza focale, ma piuttosto ritaglia e ingrandisce l’immagine, simulando il cambiamento di focale.

Il teleobiettivo, pubblicizzato come capace di raggiungere una focale di 120 mm, in realtà ha una lunghezza focale di 77 mm. Questa differenza potrebbe apparire come un dettaglio minore per molti, ma per chi è alla ricerca della massima qualità fotografica, questo dettaglio è di fondamentale importanza.

Per chi non è avvezzo ai termini tecnici, lo zoom ottico, a differenza di quello digitale, utilizza lenti fisiche per ingrandire l’immagine, mantenendo una qualità eccellente. Lo zoom digitale, d’altro canto, è essenzialmente un ritaglio dell’immagine, che può portare a una perdita di qualità.

Se Apple ha effettivamente rivoluzionato lo zoom digitale, rendendolo quasi paragonabile a quello ottico, allora il discorso cambia. Ma, come in ogni ambito, la prova del nove arriva solo con l’utilizzo pratico. Ecco perché, per avere una visione chiara e imparziale delle capacità dell’iPhone 15 Pro, è essenziale attendere test approfonditi della sua fotocamera.

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