Call of Duty continua a essere al centro del dibattito sull’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft. Secondo il New York Times, l’azienda di Redmond ha cercato di allentare le tensioni proponendo un contratto con Sony, che prevede che la licenza rimanga su PlayStation per almeno 10 anni. Il produttore giapponese non ha voluto commentare.

Speriamo che abbiate capito che i prossimi giochi di Call of Duty saranno ancora su PlayStation dopo l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, perché non è che Phil Spencer lo abbia ripetuto dai tetti. Da settimane il capo di Xbox ripete a chiunque lo ascolti che no, l’azienda di Redmond non ha intenzione di rendere la più grande licenza di videogiochi della storia un’esclusiva Xbox. Al punto che, a volte, si avvertono lievi segni di fastidio.

Va detto che questo è sufficiente a far sudare Sony. Ogni opera di Call of Duty è un grande successo – Warzone 2 non dimostrerà il contrario – e la sua potenziale scomparsa dal catalogo PlayStation sarebbe un duro colpo per l’azienda giapponese. In effetti, la licenza viene promossa come argomento numero uno dalle autorità internazionali che stanno valutando il pericolo rappresentato dall’acquisizione di Activision Blizzard.

Microsoft ne è perfettamente consapevole e sta cercando di fare buon viso a cattivo gioco, facendo il giro dei media per garantire che Call of Duty rimanga su PlayStation. Ma l’azienda agisce anche privatamente, come si apprende da un recente articolo del New York Times, che esamina la questione. Secondo il quotidiano americano, Microsoft ha offerto a Sony un contratto che la obbliga a mantenere Call of Duty disponibile su PlayStation per almeno 10 anni.

Non è ancora noto se Sony abbia accettato l’offerta, poiché il produttore si è rifiutato di commentare questa informazione. Tuttavia, Microsoft sembra decisa a mostrare la sua mano in questa storia, che sta rallentando il suo processo di acquisizione. Ricordiamo che l’editore aveva inizialmente proposto un accordo triennale, che non aveva convinto le autorità internazionali.

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