Una panoramica sul futuro della tecnologia dei chip: da un’innovativo processo a 3nm dell’A17 Pro all’ambiziosa prospettiva dei 2 nanometri nel 2026 con Apple A20 Pro.

La progressione incessante dell’innovazione nella Silicon Valley è un dato di fatto e, questa volta, Apple si conferma al centro della scena tecnologica. Con il recente annuncio dell’A17 Pro, il nuovo gioiello del gigante tecnologico di Cupertino ha attirato gli occhi del mondo per il suo significativo salto di prestazioni. Ma non finisce qui: il 2024 potrebbe riservare altre sorprese, con l’arrivo previsto dell’Apple M3 per desktop e notebook.

La chiave di tutto questo? Il processo produttivo a 3 nanometri, una tecnologia all’avanguardia che ha permesso ad Apple di ottimizzare le performance dei propri dispositivi. Ming-Chi Kuo, analista che negli anni ha saputo anticipare con precisione molte mosse dell’azienda americana, ha già gettato lo sguardo oltre, parlando di un ulteriore salto evolutivo nel 2026. Apple potrebbe abbracciare una tecnologia ancora più avanzata, di classe 2 nanometri, che promette chip ancor più veloci e performanti, grazie a una maggiore densità di transistor.

La storia recente sembra avallare queste previsioni. Se osserviamo le scelte precedenti dell’azienda, abbiamo visto Apple utilizzare lo stesso processo produttivo per ben tre generazioni di chip: dall’A14 Bionic all’A16 Bionic. Seguendo questa logica, è lecito aspettarsi che i modelli iPhone 16 Pro e iPhone 17 Pro, in arrivo nei prossimi anni, saranno equipaggiati con la tecnologia a 3 nanometri, prima di un eventuale passaggio al 2 nanometri nel 2026 con il chip A20 Pro.

Nella complessa coreografia del mercato dei semiconduttori, entra in gioco anche TSMC, leader mondiale nella produzione. L’azienda taiwanese si sta muovendo con decisione per garantire una transizione fluida verso i 2 nanometri, consolidando la sua posizione attraverso una sempre più stretta integrazione verticale con la progettazione dei chip Arm. E Apple non sarà sola in questa avventura: NVIDIA sembra pronta a unirsi alla danza dei 2 nanometri.

Uno degli aspetti più affascinanti di questo percorso evolutivo è la prospettiva di un addio alla tecnologia FinFET da parte di TSMC, a favore della promettente architettura Gate-All-Around (GAA). Quest’ultima, con il suo canale di conduzione circondato da gate su ogni lato, promette un’ottimizzazione notevole in termini di trasferimento di potenza ed efficienza.

Tornando ad Apple, la prospettiva di vedere chip per desktop e notebook basati sul processo a 3 nanometri nel 2024 accende l’immaginazione. Le indiscrezioni parlano di un Apple M3 rivoluzionario, con capacità che potrebbero spazzare via ogni barriera nelle prestazioni dei giochi, supportando persino il ray tracing in modo nativo.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.