L’ultimo colpo di scena nel processo di acquisizione di Activision Blizzard. Dopo mesi di trattative con le autorità internazionali, la FTC, l’autorità americana di regolamentazione della concorrenza, potrebbe ribaltare tutto presentando una denuncia contro Microsoft. L’azione legale potrebbe essere annunciata già il mese prossimo.

La più grande acquisizione nella storia dei videogiochi potrebbe non avvenire. Dopo aver trascorso mesi a perorare la propria causa presso le varie autorità di regolamentazione della concorrenza internazionali, in particolare in Europa, Microsoft si trova di fronte a un vicolo cieco nell’acquisizione di Activision Blizzard. Il media Politico ha lanciato la bomba in un articolo pubblicato mercoledì 23 novembre. La FTC, l’autorità americana per la concorrenza, sta preparando un’azione legale contro l’azienda di Redmond, con l’esplicito obiettivo di bloccare la transazione.

Le informazioni sono state fornite da tre fonti vicine al caso, che sono rimaste anonime. Questi ultimi precisano tuttavia che nulla è ancora ufficiale, nemmeno all’interno della FTC. Infatti, i quattro commissari dell’organizzazione devono ancora trovare un accordo durante una votazione e poi incontrare i legali delle due società. In ogni caso, i testimoni concordano sul fatto che la probabilità di un reclamo è molto alta. Si tratterà di uno dei più grandi casi che coinvolgeranno la FTC negli ultimi anni.

Questo reclamo non è affatto insignificante nel contesto attuale. Microsoft e Activision Blizzard hanno infatti tempo fino a luglio 2023 per concludere l’accordo, altrimenti verrà annullato. Ciò significa che una denuncia presentata nelle prossime settimane contro il gigante americano rallenterà notevolmente il processo fino al punto di non ritorno, costringendo le due società ad abbandonare il progetto.

L’indagine interna, invece, è ancora in corso, anche se in fase avanzata. Secondo fonti anonime, la FTC ha già raccolto le dichiarazioni di Satya Nadella e Bobby Kotick, rispettivamente CEO di Microsoft e Activision-Blizzard. Se c’è una denuncia, dovrebbe essere presentata alla giustizia americana il mese prossimo, al massimo a gennaio.

Tutto era iniziato bene per Microsoft, che lo scorso agosto aveva ottenuto la prima convalida dall’Arabia Saudita, seguita a ruota da diversi altri Paesi. Ma la feroce opposizione di Sony, unita alle preoccupazioni delle principali autorità di regolamentazione europee e statunitensi, ha cambiato le cose. Negli ultimi mesi, l’azienda di Redmond ha ripetutamente affermato che non intende in alcun modo danneggiare Sony, arrivando persino a tessere le lodi del suo diretto concorrente.

Per molti, il nocciolo del problema è Call of Duty, una delle più grandi licenze attuali di videogiochi, attualmente detenuta da Activision Blizzard, che passerà quindi sotto la bandiera di Microsoft se l’acquisizione avrà luogo. Sony, invece, teme che il franchise diventi un’esclusiva Xbox. Per allentare le tensioni, Microsoft ha persino proposto un contratto che la obbliga a rilasciare il prossimo Call of Duty su PlayStation per altri 10 anni. Ovviamente senza successo.

Tuttavia, Call of Duty non è la principale preoccupazione della FTC. L’organizzazione teme che l’acquisizione possa sconvolgere l’equilibrio stesso del mercato dei videogiochi, in particolare attraverso alcuni giochi non ancora annunciati. Sorprendentemente, Politico cita anche Google come oppositore dell’acquisizione. L’azienda di Mountain View accusa il suo concorrente di aver deliberatamente limitato la qualità di Xbox Game Pass sui suoi Chromebook. Secondo Politico, l’acquisizione di Activision Blizzard incoraggerebbe Microsoft a proseguire su questa strada.

“Qualsiasi suggerimento che l’accordo abbia effetti anticoncorrenziali è un’assoluta assurdità”, ha dichiarato Joe Christinat, portavoce di Activision. “Questa fusione andrà a vantaggio dei giocatori e dell’industria videoludica statunitense, soprattutto perché dobbiamo affrontare una concorrenza sempre più agguerrita dall’estero. Ci impegniamo a continuare a lavorare in modo cooperativo con le autorità di regolamentazione di tutto il mondo per permettere alla transazione di procedere, ma non esiteremo a lottare per difendere la transazione se necessario”.

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