Google pagherà una sanzione da 85 milioni di dollari all’Arizona per aver tracciato illegalmente gli utenti Android. Vediamo i dettagli nell’articolo.

Secondo quanto riportato da Bloomberg Google pagherà all’Arizona 85 milioni di dollari per risolvere una causa del 2020 in cui si sosteneva che il gigante della ricerca tracciava illegalmente gli utenti Android. All’epoca dei fatti, il procuratore generale dell’Arizona Mark Brnovich sostenne che Google continuava a tracciare gli utenti per la pubblicità mirata anche dopo che questi avevano disattivato le impostazioni dei dati di localizzazione. Google è stata citata in giudizio per motivazioni simili anche dai procuratori generali di Texas, Washington D.C. e Indiana. I problemi non sono solo negli stati Uniti, dato che di recente sempre per violazione della privacy la big tech è stata multata per 50 milioni di dollari circa dalla Corea del Sud.  

L’accordo da 85 milioni di dollari pattuito è la somma più alta che Google abbia mai pagato in una causa sulla privacy come questa ma è poca cosa in confronto ad altre sanzioni che l’azienda dovrà pagare per altre motivazioni, in particolare la multa recentemente confermata dall’UE di 4,1 miliardi di euro per l’abuso di potere sull’ecosistema Android.

Per quanto riguarda la causa indetta dall’Arizona, il portavoce di Google José Castañeda ha affermato che la causa era legata a vecchie politiche di prodotto che sono state modificate in seguito modificate. “Forniamo controlli semplici e opzioni di cancellazione automatica per i dati di localizzazione e siamo sempre al lavoro per ridurre al minimo i dati che raccogliamo“, ha dichiarato. “Siamo lieti di aver risolto la questione e continueremo a concentrare la nostra attenzione sulla fornitura di prodotti utili per i nostri utenti“.

Google non è l’unica grande azienda tecnologica ad avere problemi legati al trattamento dei dati, tracciamento, violazione della privacy e dei diritti, monopolio, ma anche Meta, TikTok, Samsung ed Apple, per dirne alcune, sono spesso sotto i riflettori.

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Carolina Napolano
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