La rottura della partnership tra iFixit e Samsung solleva dubbi sulla reale volontà dei produttori di smartphone di facilitare le riparazioni e sul futuro del diritto alla riparazione.

Quando si acquista un nuovo dispositivo, spesso ci si concentra su caratteristiche come la fotocamera, la durata della batteria e la potenza del processore. Un aspetto importante ma talvolta trascurato è la riparabilità. La possibilità di riparare facilmente uno smartphone è invece fondamentale per molti utenti, e aziende come iFixit ne sono ben consapevoli. Sostituire componenti danneggiati del proprio telefono può essere necessario per chiunque, ed è per questo che iFixit collabora con alcuni dei maggiori produttori del settore, offrendo pezzi di ricambio e istruzioni dettagliate per le riparazioni.

Tra i partner di iFixit figurano nomi importanti come Google, Motorola, HMD e Samsung. La collaborazione con il colosso sudcoreano è però destinata a finire. L’azienda ha recentemente annunciato l’interruzione della partnership con Samsung, e le motivazioni sono varie e complesse.

La collaborazione iFixit e Samsung: una storia breve ma intensa

Nel 2022, iFixit e Samsung hanno lanciato il programma di autoriparazione negli Stati Uniti. Questo programma permetteva agli utenti di accedere a pezzi di ricambio originali e a manuali dettagliati per effettuare le riparazioni in autonomia. Qualcosa però non è andato come previsto e le difficoltà sono state diverse.

Secondo Kyle Wiens, CEO e co-fondatore di iFixit, la collaborazione non ha funzionato come previsto a causa di vari ostacoli posti da Samsung. Una delle principali difficoltà è stata di natura economica: i componenti Samsung erano troppo costosi, e la complessità delle riparazioni scoraggiava gli utenti dal tentare interventi fai-da-te, spingendoli piuttosto a comprare nuovi dispositivi.

Problemi e divergenze: perché la partnership è fallita

iFixit ha sollevato diverse critiche nei confronti di Samsung. Una delle lamentele più rilevanti riguarda la fornitura di batterie preincollate sugli schermi, che faceva lievitare i costi delle riparazioni. Gli utenti interessati solo alla sostituzione della batteria erano costretti a comprare anche lo schermo, con costi che superavano i 160 dollari.

Inoltre, iFixit ha denunciato clausole restrittive nei contratti con Samsung, che limitavano la vendita di componenti a sette parti per cliente ogni tre mesi. Questo ha reso difficile per le officine di riparazione locali ottenere un volume adeguato di parti di ricambio. Un altro punto di tensione è stata la richiesta di Samsung di condividere gli indirizzi email dei clienti e la cronologia degli acquisti di componenti, un obbligo che iFixit ha ritenuto inaccettabile. Infine, l’impossibilità di ottenere parti di ricambio originali per i modelli successivi alla serie Galaxy S22 ha aggravato ulteriormente la situazione.

Il futuro della riparabilità

La partnership tra Samsung e iFixit terminerà il 17 giugno. Da quella data in poi, iFixit continuerà a fornire pezzi di ricambio ma non vi sarà più una collaborazione diretta con Samsung. iFixit attribuisce la responsabilità di ciò principalmente a Samsung, accusandola di non essere realmente interessata a facilitare le riparazioni su larga scala. Samsung si è limitata a un breve commento senza entrare nel merito.

Il tema della riparabilità e del diritto alla riparazione è molto sentito, tanto, ad esempio, da essere affrontato in UE con norme specifiche volte da una parte a tutelare in consumatori e dall’altra a ridurre i rifiuti elettronici. Affinché si possa realmente parlare di diritto alla riparazione e riparabilità, oltre alle norme è necessario impegno da parte di tutte le parti in causa, sebbene sia chiaro che le sfide possano essere diverse.

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Carolina Napolano
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