L’uso in aumento dei chatbot guidati da IA apre nuove opportunità per le aziende, ma anche nuovi dilemmi in termini di privacy e regolamentazione. Google Bard, ad esempio, ha ritardato il suo ingresso nell’Unione Europea.

L’impiego di chatbot dotati di intelligenza artificiale sta crescendo a un ritmo senza precedenti, con ChatGPT di OpenAI che guida il mercato, seguito da vicino dal concorrente Google Bard. Questa popolarità ha aperto nuove possibilità per le aziende in termini di automazione e assistenza al cliente, ma ha anche suscitato preoccupazioni presso le autorità di regolamentazione e i governi in merito alle questioni di privacy.

Recentemente, Google ha posticipato il lancio del suo chatbot Bard AI nell’Unione Europea a causa di preoccupazioni sulla privacy. Questa mossa sottolinea i potenziali rischi associati all’uso dell’intelligenza artificiale, che può comportare una fuga di informazioni sensibili. In linea con queste preoccupazioni, aziende come Samsung e Apple hanno recentemente vietato l’uso di bot di intelligenza artificiale generativa.

L’Unione Europea ha mostrato consapevolezza nei confronti dei pericoli rappresentati dall’IA e ha avviato un processo di regolamentazione dell’uso di questa tecnologia. Bard, il chatbot di Google, ha quindi dovuto rimandare il suo debutto nell’UE fino a quando non sarà in grado di aderire pienamente a queste nuove norme.

La Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), principale autorità di tutela dei dati di Google nell’UE, ha dichiarato di non aver ricevuto informazioni sufficienti da Google su come Bard intende proteggere la privacy degli utenti. Le preoccupazioni della DPC riguardano come Bard raccolga e utilizzi i dati personali degli utenti, tra cui nomi, indirizzi e-mail e indirizzi IP, nonché come il bot impedirà l’uso non autorizzato di tali dati, ad esempio per la pubblicità mirata.

Nonostante Google abbia affermato di essere impegnata nella protezione della privacy degli utenti e di collaborare con la DPC per risolvere le questioni sollevate, non è stata ancora fornita una data precisa per il lancio di Bard nell’UE.

Questo non è l’unico caso in cui un colosso della tecnologia ha dovuto posticipare il rilascio di un prodotto di intelligenza artificiale nell’UE a causa di preoccupazioni sulla privacy. A marzo, ChatGPT è stato temporaneamente vietato in Italia dopo che il garante della privacy italiano ha sollevato preoccupazioni analoghe.

Resta incerta l’evoluzione del rapporto tra Google e l’Unione Europea, segnando un ulteriore capitolo nel dialogo continuo tra le grandi aziende di tecnologia, l’intelligenza artificiale e le sfide inerenti alla privacy e alla regolamentazione.

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