Un’ondata di turbolenze colpisce l’industria dei videogiochi, con Bungie e Sony al centro di rivelazioni, speculazioni e preoccupazioni crescenti.

Il panorama dei videogiochi, un’industria in costante crescita e mutamento, è oggi scosso da una serie di rivelazioni che mettono in luce le dinamiche interne di uno dei più grandi sviluppatori di giochi, Bungie, e il gigante dell’elettronica, Sony.

Jason Schreier, rinomato giornalista di Bloomberg, ha scatenato l’attenzione mediatica rivelando che Bungie si trova di fronte a significativi tagli al personale, con potenziali decine di dipendenti destinati a lasciare lo studio di sviluppo. Un duro colpo per un’azienda con una storia profondamente radicata nel settore.

Non solo, Schreier ha gettato ulteriore benzina sul fuoco annunciando lo slittamento della data di uscita dell’attesissima espansione di Destiny 2, “La Forma Ultima”, prevista inizialmente per il 27 febbraio 2024 e ora rimandata a giugno. Ma le notizie non si fermano qui. Anche il rilascio di “Marathon”, un reboot del classico gioco Bungie del 1990, vedrà la luce solo nel 2025.

Mentre gli appassionati e l’industria attendono con trepidazione la conferma di questi rinvii, Pete Parsons, CEO di Bungie, ha dato una risposta sul fronte dei licenziamenti. In un toccante messaggio ha condiviso: “Oggi è un giorno triste per Bungie: salutiamo dei colleghi che hanno avuto un impatto importante sul nostro studio. Il contributo di queste persone eccezionali ai nostri giochi e alla cultura di Bungie è stato enorme e continuerà a far parte del nostro futuro”.

Il tumulto generato da queste notizie ha sollevato molte domande sulla stabilità dell’industria dei videogiochi. Paul Tassi, analista di Forbes, è stato tra i primi a criticare apertamente le decisioni di Bungie, evidenziando come queste mosse potrebbero non solo destabilizzare l’equilibrio lavorativo interno, ma anche danneggiare seriamente la reputazione del brand e compromettere la fiducia dei fan.

Ma, secondo Bloomberg, dietro le quinte c’è una figura ancor più grande: Sony. Si dice che sia stata proprio l’azienda giapponese a sollecitare la riduzione del personale, con l’obiettivo di snellire i team di sviluppo. Questa mossa potrebbe rientrare nella strategia di Sony di rivedere il suo impegno nei progetti GaaS (Game as a Service), come Destiny 2 e Marathon.

Il quadro si complica ulteriormente considerando che Sony ha acquisito Bungie con un investimento massiccio di 3,6 miliardi di dollari. Una mossa strategica del CEO di Sony Interactive Entertainment, Jim Ryan, volta a consolidare la presenza di PlayStation nel mercato. Tuttavia, il clima sembra aver preso una piega diversa. Voci interne parlano di insoddisfazione e critiche rispetto alla direzione presa dall’azienda.

E a suggellare questo scenario incerto, Jim Ryan ha rassegnato le proprie dimissioni, suggerendo un imminente cambiamento di rotta. Infine, si vocifera che Sony stia cercando collaborazioni con SEGA e Bandai per affrontare la sfida dei titoli GaaS, sia per supportare i propri team sia per lanciare nuove IP.

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