L’ONU ha lanciato un altro severo avvertimento: con le politiche attuali, il pianeta è ben lontano dall’obiettivo dell’Accordo di Parigi di mantenere l’aumento delle temperature globali al di sotto di 1,5 gradi Celsius. È questa la soglia che, secondo gli scienziati, dobbiamo mantenere al di sotto per mitigare eventi meteorologici estremi e pericolosi per la vita, come ondate di calore, siccità e tempeste tropicali. Secondo le politiche attuali, le Nazioni Unite suggeriscono che non siamo affatto vicini a raggiungere l’obiettivo del cambiamento climatico e che “non esiste un percorso credibile per arrivare a 1,5°C”.
L’ONU ha illustrato la terribile situazione in un rapporto pubblicato appena una settimana prima dell’inizio della conferenza sul clima COP27 in Egitto. Secondo il rapporto, gli impegni assunti dai responsabili politici nazionali a partire dalla COP26, tenutasi a Glasgow lo scorso anno, “fanno una differenza trascurabile rispetto alle emissioni previste per il 2030” e i progressi compiuti negli ultimi 12 mesi sono stati “altamente inadeguati”. Il rapporto suggerisce infatti che le attuali politiche attive porteranno a un aumento delle temperature globali di 2,8°C entro la fine del XXI secolo e che l’attuazione degli impegni presi limiterà l’aumento a un valore compreso tra 2,4°C e 2,6°C. Anche questo richiederebbe una perfetta attuazione dei piani, con i Paesi più ricchi che aiuterebbero quelli più poveri a metterli in atto.
“Nel migliore dei casi, la piena attuazione dei contributi condizionati NDC [nationally determined contributions], più ulteriori impegni net zero, indicano un aumento di 1,8°C”, ha dichiarato Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente. “Tuttavia, questo scenario non è attualmente credibile”.
La 13a edizione del rapporto sul divario di emissioni sostiene che sono necessari importanti cambiamenti a livello di società e di infrastrutture. Il rapporto illustra le azioni necessarie per settori quali la fornitura di energia elettrica, l’industria, i trasporti e gli edifici, oltre ai sistemi alimentari e finanziari. Il rapporto rileva che, per raggiungere l’obiettivo di 1,5°C, dovremmo ridurre le emissioni di gas serra di un ulteriore 45% entro il 2030, rispetto alle proiezioni basate sulle politiche attuali. Per limitare l’aumento delle temperature a meno di 2°C, è necessaria un’ulteriore riduzione delle emissioni del 30%.
“È un’impresa ardua trasformare i nostri sistemi in soli otto anni? Sì. Possiamo ridurre le emissioni di gas serra di così tanto in questo lasso di tempo? Forse no. Ma dobbiamo provarci”, ha scritto Andersen. “Ogni frazione di grado è importante: per le comunità vulnerabili, per le specie e gli ecosistemi e per ognuno di noi”.