Waze Carpool ha fatto la sua comparsa come app per il carpooling nel 2016 con lo scopo di collegare i conducenti che facevano spostamenti simili, in modo da ridurre il numero di veicoli sulla strada oltre a consentire di risparmiare sul carburante. Oggi, mentre l’azienda di proprietà di Google serve milioni di automobilisti in tutto il mondo con le sue funzionalità di navigazione e rilevamento del traffico, il suo servizio di carpooling è diminuito di popolarità. Del resto dopo la pandemia COVID-19 il modo in cui le persone si spostano è cambiato ed è a questo che l’azienda fa riferimento in merito all’annuncio della fine del servizio a settembre.

L’azienda ha infatti dichiarato che, sebbene la sua app funzionasse come applicazione per i pendolari nell’era pre-COVID, il modo in cui le persone viaggiano oggi è cambiato drasticamente. In una dichiarazione rilasciata a The Verge, Waze ha affermato che continuerà a offrire informazioni in tempo reale e a servire le persone che si affidano all’app per ottenere informazioni accurate sul traffico durante i loro spostamenti.

L’azienda ha intenzione di concentrarsi su altre modalità per la decongestione del traffico nelle città e risolvere altri problemi di mobilità. La chiusura di Waze Carpool avrà un impatto sugli utenti di Stati Uniti, Messico, Brasile e Israele, dove l’azienda ha le sue radici.

Waze Carpool è stata un’idea innovativa quando è stata lanciata. La pandemia ha stravolto le carte in tavola in tutto, si è lavorato in smart working ed alcune aziende manterranno una modalità di lavoro ibrida per i propri dipendenti. Inoltre la necessità di essere prudenti ed evitare troppi contatti ha decisamente influito su alcuni servizi, come il carpooling, per cui il motivo per cui l’azienda di proprietà di Google ha deciso di chiudere il servizio sembra avere senso. Oppure no, dati i tempi che corrono, con altri cambiamenti ed altre emergenze, con gli aumenti dei costi, le riaperture, i rientri e un parziale ritorno alla normalità pre-Covid.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.