Spotify ha annunciato la sospensione dei suoi servizi di streaming musicale sia in versione gratuita che premium in Russia, data la continuazione dell’invasione militare russa dell’Ucraina. La società è solo un altro gigante tra le aziende che applicano misure di isolamento economico e sociale nel Paese governato da Vladimir Putin.

La Russia ha emanato una nuova legislazione che limita la libertà di espressione e criminalizza qualsiasi contenuto di notizie che descriva la guerra in Ucraina.

Vale la pena ricordare che il paese ha già vietato piattaforme come Facebook e Instagram e inoltre non ha più servizi di Google, Apple, Samsung, Netflix, Sony, LG, Nintendo, Microsoft tra le altre società.

Sebbene sia meglio conosciuto come uno dei migliori servizi di streaming musicale, Spotify distribuisce anche contenuti politici attraverso il suo servizio di podcast. La nuova normativa in vigore, quindi, pone la piattaforma in una posizione delicata. In un comunicato ufficiale, la società ha dichiarato quanto segue:

“Spotify ha continuato a ritenere che sia estremamente importante cercare di mantenere operativo il nostro servizio in Russia per fornire notizie e informazioni affidabili e indipendenti nella regione. Sfortunatamente, la legislazione recentemente emanata che limita ulteriormente l’accesso alle informazioni, eliminando la libertà di parola e criminalizzando alcuni tipi di notizie, mette a rischio la sicurezza dei dipendenti di Spotify e forse anche dei nostri ascoltatori”.

Pertanto, la società ha scelto di sospendere completamente i servizi in Russia. In cambio, la nazione russa ha applicato misure di ritorsione, come il divieto di Google News e la possibile “legalizzazione” della pirateria per eludere le sanzioni alle società occidentali.

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