Alloggi organizzati in grandi open space, unità dalla metratura sempre più contenuta e arredi minimali, pensati per case da vivere la sera o nelle giornate piovose dei week-end. Anche se lo smartworking e il telelavoro erano obiettivi invocati da una gran parte dei lavoratori italiani, l’isolamento improvviso di queste settimane ci ha costretto a fare i conti con una condizione a cui non eravamo preparati. Lavorare in casa, al di là della risoluzione degli aspetti informatici, richiede la disponibilità di un luogo in cui potersi concentrare: ma come fare se la configurazione dell’ambiente non lo consente o i metri quadrati a disposizione sono ridotti al minimo?

L’ideale, dove è possibile, è dedicare una stanza alla funzione di ufficio. Anche quando non è previsto da progetto, con qualche modifica, si può pensare di trasformare un salotto o una sala da pranzo in un home-office di fortuna. Magari spostando un tavolo o acquistando un paio di mensole e sedie online (ammesso che sia possibile).

Nella maggioranza dei casi, tuttavia, non c’è questa opportunità. Perciò occorre osservare bene il proprio appartamento e provare a immaginare. Si tratta di conciliare una necessità con il tipo di attività che si deve svolgere e con lo spazio a disposizione. Bisogna pensare fuori dagli schemi. Anche una nicchia, un sottoscala o il vano di una finestra può diventare una mini postazione compatta, ma pur sempre accogliente.

Se a lavorare in casa si è in due, un consiglio è optare per una soluzione provvisoria ma ad uso esclusivo. Per isolarsi dal rumore ci si può dotare di auricolari o cuffie e impostare una musica rilassante di sottofondo. Altre regole non vanno mai derogate. Innanzitutto il tavolo e la sedia vanno scelti con cura. La profondità del piano dovrebbe essere almeno di 40 centimetri.

Per verificare se lo schermo è all’altezza giusta, un’operazione semplice da fare può essere quella di attivare la videocamera del pc. Se il viso è inquadrato al centro, allora la posizione è corretta. Se, come spesso capita, a essere inquadrato è invece il collo, meglio ricorrere ad un supporto, o, in mancanza, a qualche libro impilato come appoggio, per evitare dolorosi problemi di cervicale. Braccia, gomiti e polsi dovrebbero stare allineati.

Fondamentale è scegliere una seduta comoda e magari renderla più confortevole con qualche cuscino. Ideali sono quelli delle sedie da cucina, non troppo spessi. Due o tre sovrapposti e riposizionati di frequente, quando cedono al peso, possono aiutare. Per la schiena, occorre alzarsi con frequenza. Non basta la regola dei venti minuti canonici dei luoghi di lavoro.

Altra condizione imprescindibile è verificare le condizioni di luce. Per quanto è possibile, fruire del massimo apporto di luce naturale, considerando l’orientamento del piano di lavoro. Per evitare riflessi, l’ideale è avere lo schermo rivolto contro una finestra, mai con la fonte di luce alle spalle.

Se in casa si hanno piante, è utile tenerle vicine allo sguardo. Fa bene all’umore e ci riconnette alla natura. In alternativa, una nota di verde, è scientificamente provato che aiuta a rigenerare l’attenzione. Un profumo rilassante nell’aria e una giusta temperatura fanno la differenza.

Ogni spazio va poi personalizzato. Teniamo conto di tutte le dimensioni, senza dimenticare gli spazi laterali e frontali. Definiamo anche visivamente il corner ufficio, con mensole, porta documenti, decorazioni murali e carte da parati, lavagne o con qualsiasi complemento d’arredo. L’investimento per la creazione di tali spazi potrà ammontare a poche centinaia di euro, a meno che non si scelgano soluzioni firmate e più costose.

Da alcuni studi emerge che se le scrivanie sono in ordine aumentano concentrazione e produttività. Quando poi lo spazio a disposizione è limitato tenere in ordine diventa fondamentale, quasi vitale. Evitiamo grovigli di fili, individuiamo la collocazione ideale per ogni oggetto pensando all’uso che ne facciamo ed alla frequenza di utilizzo.

Per ciò che riguarda le stanze, non sempre è il living l’unica risposta. Anche la camera da letto può diventare un ottimo rifugio in cui chiudersi per qualche ora purché gli orari di veglia e sonno siano condivisi con il proprio partner. La cucina è meglio non utilizzarla per lavorare. Questa stanza, infatti, rappresenta il fulcro della casa e ora più che mai va considerata “il punto di ritrovo spensierato” per cucinare e consumare le pietanze, ma anche cimentarsi in attività ludiche o ricreative con i più piccoli.

Non vanno infine dimenticati gli spazi esterni. Balconi, terrazze e giardini, mai come in questo momento, sono una vera ricchezza: per una boccata di aria in sicurezza, ma anche per un momento di gioco spensierato o per una telefonata o un momento di riflessione in privacy.

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Carolina Napolano
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