Meta è stata multata per 405 milioni di euro dalla Commissione irlandese per la protezione dei dati per la sua gestione delle impostazioni sulla privacy dei bambini su Instagram, che ha violato il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). Si tratta della seconda multa più salata che sia stata comminata per le leggi europee sul GDPR e della terza (e più grande) multa comminata a Meta dall’autorità di regolamentazione. La più elevata ha invece colpito Amazon per ben 746 milioni di dollari.

Un portavoce del DPC ha confermato la multa che deriva dalle impostazioni della privacy dell’app di condivisione di foto sugli account gestiti da minori. Il DPC aveva indagato su Instagram per l’uso da parte dei bambini di account business e creator, che rendevano visibili al pubblico dati personali come email e numeri di telefono. L’indagine ha riguardato anche la politica di Instagram che prevedeva che tutti gli account fossero visibili pubblicamente. Politica che è stata però modificata dall’estate dello scorso anno.

Questa indagine si è concentrata su vecchie impostazioni che abbiamo aggiornato più di un anno fa, e da allora abbiamo rilasciato molte nuove funzioni per aiutare a mantenere gli adolescenti al sicuro e le loro informazioni private“, ha dichiarato un portavoce di Meta. “Chiunque abbia meno di 18 anni ha automaticamente l’account impostato su privato quando si iscrive a Instagram, in modo che solo le persone che conosce possano vedere ciò che pubblica, e gli adulti non possono inviare messaggi agli adolescenti che non li seguono. Ci siamo impegnati a fondo con il DPC per tutta la durata della loro indagine e stiamo esaminando attentamente la loro decisione finale“.

Meta può ancora impugnare la multa. Fatto sta che non è la prima volta che Meta affronta il problema della sicurezza dei minori.

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Carolina Napolano
La tecnologia, roba da donne: ecco la blogger per promuovere il lato rosa della tecnologia.