Il mercato smartphone in Cina è calato nel secondo trimestre di quest’anno, ovvero nel periodo compreso tra aprile e giugno. Secondo il rapporto Market Pulse di Counterpoint, le vendite sono diminuite del 14,2% su base annua. I volumi del secondo trimestre sono stati inferiori del 12,6% rispetto al livello registrato durante il primo trimestre del 2020, quando la pandemia COVID-19 ha colpito il mercato. Le spedizioni sono state anche meno della metà del picco storico raggiunto nel quarto trimestre del 2016. L’ultima volta che le vendite sono state inferiori a quelle del secondo trimestre di quest’anno è stato quasi un decennio fa, nel quarto trimestre del 2012, quando è stato introdotto l’iPhone 5. 

Il calo delle vendite di smartphone in Cina è attribuito all’aumento dell’inflazione, alla guerra tra Russia e Ucraina e ai blocchi e alle flessioni prolungate indotte da COVID. 

Nel secondo trimestre di quest’anno, vivo ha guidato il mercato degli smartphone in Cina con una quota del 19,8% grazie agli smartphone della serie S12. Honor si è piazzata al secondo posto con una quota di mercato del 18,7%. Il brand ha fatto una grande rimonta rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, quando aveva solo una quota del 7,7%. Il successo di Honor sarebbe da attribuire all’espansione della sua presenza offline. Il terzo posto è occupato da OPPO che ha conquistato una quota di mercato del 17,9%. Il brand di Cupertino Apple ha mantenuto la quarta posizione con una quota di mercato del 15,5%, in leggero aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La serie iPhone 13 sarebbe la ragione della buona performance dell’azienda. Xiaomi ha conquistato il quinto posto con una quota del 14,9%. La socità ha registrato un aumento delle vendite nel mese di giugno grazie a modelli come il Redmi K50 e la serie Note 11. 

Al di fuori della top five, gli ultimi tre posti sono occupati da Huawei, realme e altri che hanno registrato rispettivamente una quota di mercato del 6,9, 2,4 e 4,3%. Counterpoint ha aggiunto che, nonostante la performance scoraggiante del secondo trimestre del 2022, gli OEM cinesi hanno continuato a rafforzare le loro posizioni nel segmento di fascia alta.

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