La corte suprema di Mosca ha condannato Meta e confermato il divieto di Facebook e Instagram nel Paese. Secondo i giudici del tribunale, l’azienda statunitense è colpevole di “attività estremiste”.

Il divieto sui social media è stato innescato dopo che Facebook ha allentato le regole di moderazione e consentito la condivisione di post contro Putin e l’esercito russo.

Il punto più interessante della decisione del tribunale è che WhatsApp non è stato colpito e nonostante faccia parte anche di Meta, l’applicazione dovrebbe continuare a funzionare normalmente sul suolo russo.

I giudici hanno ritenuto che che WhatsApp sia una semplice applicazione di messaggistica e non un social network completo.

Ovviamente vietare WhatsApp sarebbe una misura estremamente impopolare, dato che l’app è presente sull’80% degli smartphone del Paese. Inoltre, nonostante la migrazione di massa a Telegram, molte aziende utilizzano ancora la piattaforma quotidianamente.

Commentando il divieto di Meta, un pubblico ministero russo ha affermato che l’utilizzo dei prodotti dell’azienda tramite una VPN non sarà considerato un atto “estremista”.

L’uso dei prodotti Meta da parte di persone fisiche e giuridiche non deve essere considerato come partecipazione ad attività estremiste”.

Tuttavia, il pubblico ministero ha anche lasciato un messaggio per i cittadini comuni: “Il governo sta osservando e condividendo informazioni che se la Russia ritiene false saranno considerate un reato penale”.

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