L’affermazione dei servizi di streaming musicale ha messo a disposizione di chiunque un enorme catalogo di brani e album che copre qualsiasi genere. Gli appassionati di musica, specialmente quelli di una certa età, hanno però in casa una vasta collezione di album acquistati nel corso degli anni e magari trasferiti poi su computer per poterli ascoltare con i player audio portatili e gli altri dispositivi della casa. Per tutte queste persone, l’idea di dover sottoscrivere un abbonamento per ascoltare quasi sempre gli stessi album che sono stati già comprati e pagati in passato non è particolarmente allettante; per non parlare poi dei collezionisti che magari hanno scovato qualche rarità non inclusa nelle librerie di Spotify o Apple Music.

Sempre più spesso si decide di abbonarsi comunque ai servizi di streaming per la loro estrema praticità: si può infatti scegliere l’album o il brano da ascoltare, con un’interfaccia gradevole su qualsiasi dispositivo, senza doversi preoccupare di copiare la musica da un device all’altro o gestire un server locale. Esistono però servizi capaci di offrire un’esperienza d’uso simile a quella dello streaming commerciale, basati però sulla propria libreria musicale personale: un ottimo candidato è iBroadcast, un servizio gratuito nelle funzioni di base che permette di trasferire nel cloud la propria collezione musicale, per poi accedervi con qualsiasi dispositivo.

Per usare iBroadcast bisogna innanzitutto creare un account gratuito; basta visitare il sito Web del servizio oppure scaricare l’app (disponibile per iOS e Android) e completare la registrazione. Al login, la biblioteca propone alcuni brani d’esempio, ma il primo passaggio da compiere è trasferire sul server gli album personali: il servizio supporta tutti i formati più comuni, compreso lo standard lossless Flac, e consente l’upload direttamente dall’interfaccia Web, con un semplice trascinamento. Se però i dati da trasferire sono molti si può scaricare e installare l’applicazione MediaSync Lite, che rende l’upload più affidabile e gestisce in maniera intelligente la presenza di duplicati.

Una volta che la musica è stata trasferita in remoto, vi si può accedere da qualsiasi dispositivo: l’app di iBroadcast è disponibile per iOS, Android, AppleTV, Android TV e sono supportati anche i dispositivi di riproduzione multimediale come Sonos, Amazon Echo (con il controllo vocale via Alexa) e anche standard come Roku, Chromecast, Apple Carplay e Android Auto, oltre naturalmente a un player basato sul Web accessibile da qualsiasi browser.

Il servizio consente anche il download in locale dei brani, sia automaticamente (con un meccanismo di caching) sia in modo manuale, per prepararsi ad esempio a un viaggio in aereo. L’interfaccia e le impostazioni sono molto ricche e offrono parecchie opzioni evolute; non mancano neppure strumenti avanzati, come un’API utilizzabile dagli sviluppatori e uno script Python per la sincronizzazione della libreria musicale da riga di comando.

Conclusione Finale

iBroadcast permette di trasferire la collezione musicale personale nel cloud, per poi accedervi con interfaccia e funzioni analoghe a un servizio di streaming musicale. Nonostante l’ampia dotazione di strumenti avanzati, il servizio è sorprendentemente semplice da utilizzare. 

PRO 

  • Ottima interfaccia di navigazione
  • Streaming evoluto della musica personale 
  • Strumenti di configurazione avanzati

CONTRO

  • L’interfaccia è disponibile solo in inglese
  • Streaming limitato a 128 kbps nella versione gratuita
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Carolina Napolano
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