Secondo le informazioni ottenute da Bloomberg, l’India sta valutando la possibilità di vietare ai produttori cinesi di vendere smartphone che costano meno di 12.000 rupie, circa 150 euro. Pare che la misura sia stata presa in considerazione per rilanciare l’economia interna.

Attualmente, i dati di Counterpoint indicano che l’80% degli smartphone venduti nel mercato indiano costa meno di 12.000 rupie e la nuova restrizione potrebbe gravare moltissimo su alcune aziende come Xiaomi, OPPO, OnePlus, realme e vivo. Questo perché solo i produttori locali potrebbero operare nel mercato degli smartphone a basso costo. La misura è chiaramente protezionistica e cerca di eliminare la concorrenza cinese dal secondo mercato di smartphone più grande del mondo.

Se implementata, la nuova regola non riguarderebbe Apple e Samsung, poiché entrambi hanno un posizionamento di mercato meno aggressivo dato che hanno prezzi più alti.

La nuova determinazione del governo indiano sarebbe stata pensata a vantaggio di aziende come Lava e MicroMax, che in precedenza detenevano metà del mercato locale degli smartphone grazie alla vendita di modelli low cost.

Per ora il governo indiano non conferma la veridicità delle informazioni, ma non si tratterebbe del primo provvedimento preso dal Paese per rendere la vita difficile ai produttori cinesi.

L’ufficio entrate del Paese ha già svolto diverse operazioni contro Xiaomi e vivo per presunte “evasioni fiscali” e “rimesse illegali” all’estero con congelamento dei beni ed altre misure. Inoltre, l’India recentemente ha anche ampliato la quantità di normative che interessano queste società.

Nel corso dei prossimi giorni o settimane potrebbero emergere ulteriori dettagli sulle decisioni dell’India in merito alla questione della vendita degli smartphone economici. Continuate a seguirci sui nostri canali perché appena avremo nuove informazioni sull’argomento o altre notizie provenienti dal mondo della tecnologia posteremo un nuovo articolo per tenervi aggiornati come sempre.

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Carolina Napolano
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