L’ascesa delle memorie flash sembrava aver segnato l’inizio del declino degli hard disk (HDD), soprattutto se si considera la quantità di device che oggi integrano unità allo stato solido (SSD) e moduli flash, ma non sarà così. Il rapido avanzamento della digitalizzazione si traduce, infatti, nell’elaborazione di elevate quantità di dati, che richiedono sempre più spazio di storage, e gli HDD rappresentano il supporto ideale per alcune applicazioni specifiche, come sistemi NAS (Network-Attached Storage) e di videosorveglianza, data center di aziende e cloud provider.

Ecco 4 i motivi fondamentali che spiegano perché gli hard disk non si estingueranno ma al contrario continueranno a essere rilevanti.

  1. Gli HDD si distinguono per prezzo e disponibilità: attualmente gli SSD hanno un costo di 6 volte superiore rispetto agli hard disk e questo spiga perché quest’ultimi sono così diffusi nei datacenter. Inoltre, la costante innovazione tecnologica – come la registrazione magnetica assistita da calore (HAMR) e microonde (MAMR) – consente la capacità di storage di circa 2TB all’anno, mantenendo il prezzo invariato. Anche se gli SSD potessero competere a livello di prezzo, questi non riuscirebbero a superare gli HDD in tempi brevi, la forza produttiva è ancora troppo bassa e sarebbero necessari investimenti di diverse centinaia di miliardi di dollari per allestire nuovi impianti di produzione ed espandere quelli esistenti. Il crescente numero di dispositivi connessi, smart device e nuovi sensori IoT è causa di una vera e propria esplosione di dati. A livello mondiale è prevista, infatti, la crescita da 45 zettabyte nel 2019 a 175 zettabyte nel 2025, dimostrando chiaramente che l’archiviazione via SSD non è conveniente. La capacità produttiva dei dispositivi di storage deve essere aumentata e questo può essere fatto rapidamente per gli HDD dal momento che è richiesta una produzione inferiore in camera bianca rispetto a quella dei semiconduttori flash.
  2. Le prestazioni sono un lavoro di squadra: se velocità, compattezza e robustezza rendono gli SSD il supporto di archiviazione ideale per i dispositivi finali, nei datacenter invece non sono importanti le prestazioni delle singole unità perché all’interno dello stesso sistema sono installati più supporti che lavorano insieme. Inoltre, grazie al loro impegno i produttori di hard disk hanno migliorato ulteriormente le prestazioni sequenziali e l’accesso casuale attraverso l’ottimizzazione del firmware. Oggi, a seconda del modello, gli hard disk aziendali raggiungono più di 400 IOPS e non possono essere confrontati con gli SSD. Un sistema di storage con diverse decine di HDD in un RAID 10 garantisce oltre 10.000 IOPS e può competere con le soluzioni basate su memoria flash. Allo stesso tempo, fornisce una capacità di archiviazione significativamente superiore e offre la combinazione ideale di spazio di archiviazione, prestazioni ed economia per la nuova era dei dati in cui stiamo entrando.
  3. Il falso mito del consumo energetico: diversamente da quanto si crede, i nuovi hard disk a elio si contraddistinguono per un basso consumo energetico, differenziandosi dagli SSD ad alta capacità che, per le elevate esigenze di raffreddamento, registrano consumi nettamente superiori.
  4. Affidabilità: nonostante le parti mobili gli HDD oggi raggiungono livelli MTTF (Mean Time To Failure) equiparabili con gli SSD, ma a differenza di quest’ultimi non sono soggetti a restrizioni sulla quantità di che può essere scritta durante il loro ciclo di vita. Di conseguenza, gli hard disk rispondono alle esigenze attuali e future, quindi la maggior parte dei dati memorizzati nei data center e in cloud sarà archiviato sugli HDD. Questa tendenza è confermata anche dalle previsioni dei ricercatori e degli analisti di mercato. Ad esempio, secondo IDC entro il 2025 più dell’80% della capienza di data center cloud, core e edge sarà su dischi rigidi e meno del 20% su SSD e altri supporti di storage collegati tramite NVMe.
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