Ciao amici e REVOT3CH a tutti! Dopo mesi dalla commercializzazione possiamo mettere la mani sul Google Pixel 6, uno smartphone molto atteso dall’utenza Pixel che non può più fare a meno della Pixel Experiance, senza dimenticare le notevoli performance fotografiche che da anni contraddistinguono questi device. Tra le novità non troviamo solo un design rinnovato ma anche il debutto del nuovo SoC realizzato da Google, il Google Tensor. Scopriamo Pixel 6 nella recensione completa!

Confezione

La confezione del Pixel 6 è minimal, all’interno troviamo: lo smartphone, il cavo USB-C/USB-C per ricarica e scambio dati, adattatore OTG per trasferire dati o collegare periferiche e manuali d’istruzione rapida.

Design e display

Google Pixel 6 ha un design che non passa inosservato ed è impossibile confonderlo con altri smartphone, ha un iconico modulo fotografico posto orizzontalmente in una striscia nera che personalmente non ci è dispiaciuto. Si, il bump delle camere sporge ma non così tanto da dare fastidio come su altri smarpthone. La cover posteriore è in vetro Gorilla Glass 6 con un buon trattamento oleofobico ma è molto scivoloso. Il design del Pixel 6 con questa colorazione grigia è davvero elegante, le dimensioni dello smartphone non sono eccessive ma il peso è di ben 207gr e nella tasca si sentono tutti. L’effetto da smartphone premium c’è, è realizzato con ottimi materiali e trasmette una sensazione di solidità (è IP68).

Il display è un OLED da 6.4″ in risoluzione FHD+ (2400 x 1080 pixel), refrash rate 90Hz, supporto all’HDR10+ e protetto da vetro Gorilla Glass Victus. Il pannello gode di un’eccellente definizione e nitidezza, i colori hanno una discreta gamma dinamica e la luminosità massima consente la corretta visione del display all’aperto. Sotto lo schermo troviamo un lettore di impronte non al pari con i top di gamma, non è veloce nello sblocco e non è nemmeno dei più precisi. L’audio è stereo, il volume massimo è davvero elevato e la qualità sonora è buona, l’audio è dettagliato anche se un po’ carente di bassi.

Google Tensor e Pixel Experience

Prima di parlare dell’esperienza software vogliamo precisare che noi lo abbiamo provato dopo mesi dalla sua uscita in America, probabilmente ciò è stato un bene considerando che al lancio aveva un software acerbo e con molti bug. Ad oggi è commercializzato anche da noi, ha ricevuto numerosi aggiornamenti e possiamo darvi un feedback più concreto di quello che è il prodotto finale; Pixel 6 è tranquillamente utilizzabile quotidianamente anche se presenta delle piccole imperfezioni che devono essere ancora corrette.

Pixel 6 è mosso dal Google Tensor, un SoC octa-core con processo produttivo a 5nm e clock massimo di 2.8 GHz abbinato alla GPU Mali-G78 MP20. La RAM è di 8GB LPDDR5 in tutti i tagli mentre lo storage può essere di 128 o 256 GB USF 3.1. Le performance sono da top di gamma, non scalda eccessivamente anche se talvolta la parte posteriore era tiepida. Tra i punti forti di questo SoC troviamo l’intelligenza artificiale che dovrebbe consentire al Pixel 6 di restare prestante negli anni, in tutto ciò lo sviluppo software ha un compito importante e la Pixel Experiance è l’emblema, in ambito Android, dell’unione fra hardware e software. Ad oggi il sistema è basato su Android 12 e Google garantisce 3 anni di major update e 5 anni di patch di sicurezza.

Tra le funzioni smart legate alle Pixel Experiance che sfruttano l’intelligenza artificiale troviamo, da un paio di mesi, la possibilità di far rispondere direttamente Google Assistant alle telefonate per poi leggere la trascrizione dell’audio sullo smartphone. Troviamo anche: le note vocali potenziate, trascrizione dei messaggi se sono in altre lingue, la gomma magica in Google Foto senza dimenticare tutte le potenzialità che offre Google Lens.

Foto e video

Veniamo al reparto foto che da anni contraddistingue positivamente i Pixel, non per le specifiche tecniche dei sensori, ma per la magia della Google Camera. Sul retro troviamo solo due sensori: wide da 50 MP f/1.9 con stabilizzazione ottica e una ultrawide da 12 MP f/2.2 114°.

Gli scatti che ci regala questo Google Pixel 6 sono di altissima qualità, con buona luce la gamma dinamica è ottima e le foto sono davvero realistiche. Ottimo lo sfocato negli scatti macro, perfetto il controllo delle alte luci e del bilanciamento del bianco. Il passaggio dalla ultrawide alla wide si vede in quanto perdiamo un po’ di risoluzione e dettaglio e l’ampiezza è di soli 114°, non molti se consideriamo gli 82° della wide. Anche con poca luce o in interna, il Pixel 6 non ha nessun problema riuscendo a tirare fuori ottimi scatti con nitidezza è dettaglio incredibili; attivando la modalità notturna verrà illuminato ogni angolo della scena.

I video possono essere registrati massimo in 4K 60fps, l’autofocus è veloce e la stabilizzazione è eccellente. I selfie sono molto buoni e si caratterizzano per mettere in risalto i soggetti in primo piano con un buon effetto sfocatura.

Autonomia

Pixel 6 ha una batteria da 4614 mAh, anche qui intervengono gli algoritmi di intelligenza artificiale che dopo due settimane di utilizzo hanno ottimizzato l’autonomia in base al nostro tipo di utilizzo. Noi siamo riusciti a fare dalle 6 alle 7 ore di schermo acceso su 15/16 ore di utilizzo. Supporta la ricarica rapida a 30W e wireless a 21W.

Considerazioni finali

Google Pixel 6 è tra i migliori smartphone in commercio, è uno smartphone bilanciato che offre un’esperienza completa a tutto tondo puntando molto sulle funzioni smart legate alle AI. Ha un bel display, è realizzato bene, il SoC Tensor offre performance da top di gamma e la fotocamera è eccellente come da tradizione Pixel (un sensore zoom dedicato avrebbe ampliato la versatilità). Le rinunce sono poche, come buona parte dei top di gamma manca il jack audio, inoltre, qui è disponibile solo uno slot fisico per una SIM poiché la seconda SIM è virtuale.

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Un saluto da Zio Bob, Pasqui e Liberato che ha scritto questo articolo.

8.6 / 10 Voto Finale
DESIGN9
HARDWARE8.5
DISPLAY8.5
FOTOCAMERA9
SOFTWARE9
AUTONOMIA8
USO GENERALE9
QUALITÀ PREZZO8
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